
di Barbara Apicella
La fatica e il caldo non le spaventano. Due volte la settimana si danno appuntamento al Parco e sotto la guida del coach Stefano Vianello iniziano il loro allenamento. Donne speciali quelle del “Pink is good Running Team“, progetto ideato dalla Fondazione Umberto Veronesi a sostegno delle donne colpite dal tumore al seno, alle ovaie e all’utero.
Ambasciatrici in rosa che sensibilizzano la popolazione sull’importanza della prevenzione e partecipano alla raccolta fondi a sostegno della ricerca scientifica contro i tumori femminili. Si riconoscono perché tutte indossano la maglietta rosa, ormai iconica del progetto, ma soprattutto per quel sorriso e quella tenacia che le contraddistinguono anche quando l’acido lattico si fa sentire. Il team si è costituito il 2 giugno ed è formato da Marta Casiraghi, Miriam Frigerio, Mara Angelon, Sara Miotti, Laura Macchi, Laura Zoia, Laura Salmistraro, Marzia Morini, Barbara Songia, Lisa Panzeri, Erika Riva, Jessica Trevisan e Monica Vittaz. "Battesimo sotto l’acquazzone - ricordano le runner brianzole -. Ma da quel momento non ci siamo più fermate e continuiamo a correre. Anche in queste settimane di canicola, anche in agosto per chi rimarrà in città. Chi invece andrà in vacanza proseguirà gli allenamenti seguendo le indicazioni del coach". Tutto è nato un anno fa quando la Fondazione Umberto Veronesi ha lanciato il progetto dando vita a 14 nuovi gruppi in tutta Italia. Le ambasciatrici in rosa partecipano ad allenamenti gratuiti (le brianzole al Parco di Monza) sotto la guida di un coach che fa parte della Federazione Italiana di Atletica Leggera. Il progetto, nato prima della pandemia, aveva l’obiettivo di preparare le Ambassador Pink per la Mezza Maratona, ma il lockdown e le regole anticontagio hanno stravolto i piani.
"Noi abbiamo continuato ad allenarci da casa anche durante la chiusura. Purtroppo abbiamo dovuto dire addio alle Mezza Maratona, ma ci stiamo preparando per una staffetta virtuale che correremo ad ottobre. Durante il lockdown non eravamo mai sole, ma la rete ci ha aiutato a rimanere in contatto. Abbiamo passato di peggio, la clausura non ci ha spaventate". Diverse e intense le storie che si nascondono dietro queste runner, tutte accomunate dal percorso della malattia e dall’impegno di raccolta fondi anche attraverso il mondo del web, sulla Rete del Dono. Tredici donne di età compresa tra i 38 e i 58 anni: madri, lavoratrici, mogli che dall’oggi al domani si sono trovate di fronte al dramma del tumore. Affrontandolo con tenacia e decidendo poi di diventare Pink Ambassador. "Affrontiamo gli allenamenti con la stessa grinta con cui abbiamo affrontato la malattia: è uno stimolo e non abbiamo paura di metterci in gioco. Ciascuna è partita da una preparazione atletica diversa, ma ci facciamo forza a vicenda".