L’ascesa di Joseph Lasiri: l’ex ragazzino è campione

L’italo marocchino del Muay Thai ha battuto a sorpresa una leggenda del ring. Dopo anni di sacrifici il suo talento è sbocciato anche tra i professionisti

di Dario Crippa

La prima volta che eravamo stati a casa sua, era solo un ragazzo che ci provava. E sembrava riuscirci, rivelando una stoffa e una forza di volontà che avevano consentito a lui, italo marocchino cresciuto a San Rocco, di vincere il Campionato Mondiale dilettanti di muay thai, la boxe thailandese. Per 5 anni di fila. Ma Joseph Lasiri non era tipo da fermarsi. In Thailandia ci è tornato da allora tutti gli anni per affinare le doti tecniche, i sacrifici si sono sommati ai sacrifici, le mattinate a lavare macchine o a vendere scarpe gli sono state necessarie a diventare quello che è, oltre che a sbarcare il lunario. E a trent’anni è diventato un fior di professionista. Che l’altro giorno ha stupito il mondo andando a conquistare il suo primo campionato mondiale del circuito One Championship.

La muay thai, o “arte delle 8 armi”, è considerata il più completo sport da combattimento: pugni, calci, gomitate, ginocchiate. Gli atleti indossano guantoni simili a quelli del pugilato, anche se nel circuito One Championship sono meno imbottiti lasciando le dita scoperte. E si combatte all’interno di una gabbia. Joseph “Hurricane” Lasiri, o anche il “killer silenzioso”, come viene soprannominato quando sale sul ring, con la casacca del Team Kick and Punch di Angelo Valente di Milano ha letteralmente stupito demolendo il campione del mondo in carica dei pesi paglia di muay thai: Prajanchai P.K. Saenchaimuaythaigym, costretto all’abbandono alla fine del terzo round nel corso dell’evento One Championship 157 svoltosi il 20 maggio scorso al Singapore Indoor Stadium a Kallang. Nessuno pensava che Lasiri avesse possibilità concrete di battere la leggenda.

Eppure, l’ex ragazzino ha dominato costantemente l’avversario perfino con uno spettacolare calcio all’indietro: un colpo abbastanza inusuale per il suo repertorio che ha sorpreso Prajanchai. Finché il campione in carica ha deciso digettare la spugna. Un riscatto, per Joseph: "Il mio avversario nelle interviste prima del match diceva “Lasiri non è all’altezza di combattere con me, è troppo emotivo”. Io sono convinto che la personalità e il carattere, le emozioni siano l’identità di una persona in qualsiasi cosa si faccia e quando salgo sul ring porto la mia vita, la mia personalità, il mio carattere... le mie emozioni. E a Prajanchai ho voluto dimostrare proprio questo: lui è una leggenda per le sue qualità tecniche, in passato in Thailandia ho avuto la possibilità di fare un allenamento con lui ma è stato fantastico che stavolta invece è stato lui ad avere da me una lezione di vita, personalità e soprattutto... di emozioni".