L’Arma trasloca all’Umberto I

I carabinieri da via Volturno al vecchio ospedale. Il piano di Regione e Comando generale

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di Marco Galvani

I carabinieri traslocano all’ospedale Vecchio. Le grandi manovre per mandare in porto l’operazione sono partite. "Come Regione abbiamo dato mandato alla segreteria tecnica di effettuare tutte le valutazioni per il trasferimento della caserma di via Volturno all’ospedale Umberto I", conferma il deputato Fabrizio Sala, attualmente ancora in carica come vice presidente della Regione Lombardia oltre che presidente del Collegio di Vigilanza che poi dovrà dare il definitivo via libera al trasloco. Che, comunque, dovrà essere definito con una intesa anche con Asst Monza e Comando generale dell’Arma dei carabinieri. Una soluzione che "porterebbe dei vantaggi non soltanto agli utenti, ma anche agli stessi carabinieri perché l’attuale comando provinciale di via Volturno è decisamente sottodimensionato rispetto alle esigenze – l’analisi del sindaco di Monza Paolo Pilotto –. Sarei evidentemente d’accordissimo a una soluzione di questo tipo".

Attualmente il comando provinciale dei carabinieri - a cui fanno riferimento 4 compagnie (oltre a Monza, anche Vimercate, Desio e Seregno), 24 stazioni, una tenenza e il posto fisso dei carabinieri a cavallo all’interno del Parco - è nella sede storica di via Volturno, immobile composto da 7 edifici (per un valore di oltre 5 milioni di euro) che Invimit - società del ministero dell’Economia che gestisce il patrimonio immobiliare pubblico - ha rilevato dalla Provincia. Una collocazione che sta stretta. Mentre a poche centinaia di metri, in via Solferino, in quell’area di oltre 60mila metri quadrati (semi) dismessi alle porte del centro, ci sarebbero spazi in abbondanza. L’ipotesi è di collocare la nuova caserma nella parte centrale dell’ospedale Vecchio, sul cortile Umbertino. E andrebbe a convivere con la casa e l’ospedale di comunità, l’Arpa, la medicina del lavoro e i servizi sanitari legati alla cura delle dipendenze.

"Con il ritorno a una visione di servizio pubblico per il vecchio ospedale", la prospettiva del primo cittadino. Mentre "della parte residenziale, per il momento non si parla". Il riferimento è all’Accordo di programma (siglato nel 2008 e rinnovato 10 anni dopo) che prevedeva case alte fino a 6 piani (in vendita convenzionata, affitto e vendita liberi) e negozi di alimentari di medie dimensioni. L’altra metà dell’intero complesso, invece, doveva essere destinata a ospitare uffici pubblici, il poliambulatorio dell’Asst, aule per l’università, parcheggi (perlopiù interrati), aree verdi per oltre 5mila metri quadrati e un nuovo percorso ciclopedonale da via Magenta con attraversamento del canale Villoresi e collegamento al centro sportivo di via Mauri. Un nuovo quartiere a due passi dal centro della città.

Un piano faraonico quanto ambizioso per far rinascere l’Umberto I dopo il trasferimento, nel 2009, degli ultimi reparti verso il Nuovo San Gerardo. Un piano rimasto sulla carta. Anche perché nessuno si è mai fatto avanti per acquistare l’area e realizzare quell’imponente operazione urbanistica. Troppo caro quel lotto: 50.150.000 euro fissati nel primo bando del 2011, 37 milioni nel secondo tentativo cinque anni più tardi. Aste deserte. Poi un’altra manciata di anni di disinteresse, lo scoppio della pandemia e l’utilizzo di alcuni padiglioni di via Solferino come hub per vaccinazioni e tamponi.

E la vocazione sociale e sanitaria che ha ripreso quota. Tanto da spingere l’Asst e la Regione a tenersi ancora stretto il Vecchio Umberto I. La casa di comunità è già in parte operativa con alcuni servizi sanitari che nei prossimi mesi saranno completati anche con l’arrivo dei medici di base e degli uffici dei servizi sociali. Adesso nel futuro c’è anche il nuovo Comandi dei carabinieri.