REDAZIONE MONZA BRIANZA

L’Appello conferma l’assoluzione dell’ex assessore

Gianfranco Ciafrone era alla sbarra per abuso d’ufficio con l’allora segretario comunale Francesco Saverio Motolese

Confermata anche in Appello l’assoluzione dalle accuse di abuso d’ufficio per l’ex assessore Gianfranco Ciafrone e l’ex segretario comunale Francesco Saverio Motolese. La sentenza per i due coimputati, coinvolti nell’inchiesta sul presunto malaffare al Comune di Seregno, era stata decisa nel processo abbreviato dalla gup del Tribunale di Monza Silvia Pansini. Secondo l’accusa, invece, i due imputati avevano favorito il costruttore Antonino Lugarà, interessato alla realizzazione di un centro commerciale nell’area ex Dell’Orto di Seregno e sotto i riflettori nelle indagini nate dalla presunta corruzione con voto di scambio nell’urbanistica al Comune di Seregno che nel settembre 2017 ha portato agli arresti domiciliari l’ex sindaco Edoardo Mazza causando il commissariamento della Giunta, per cui il dibattimento è ancora in corso. Per Ciafrone e Motolese avevano chiesto rispettivamente le condanne a 2 anni e a 1 anno e 4 mesi i pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo.

Il Comune di Seregno si era costituito parte civile, chiedendo 100mila euro di risarcimento danni con una provvisionale di 20mila euro nei confronti di Ciafrone (al quale veniva anche contestato un danno patrimoniale per il mancato introito di una parte degli oneri di urbanizzazione), mentre aveva quantificato soltanto la provvisionale di 10mila euro nei confronti di Motolese. Invece la gup monzese aveva disposto l’assoluzione di entrambi gli imputati, ora confermata anche dalla Corte di Appello di Milano. Le motivazioni dei giudici milanesi saranno note tra 90 giorni. Quelle della giudice monzese ritenevano che "la velocizzazione della pratica non pare potersi ricondurre a Gianfranco Ciafrone, che non risulta aver fatto pressione alcuna sull’assessore all’Urbanistica Barbara Milani e non ha certo orientato l’azione di Edoardo Mazza. Peraltro Antonino Lugarà non ha necessità di attendere l’intercessione di Ciafrone, ma parla direttamente con il sindaco".

Per la giudice sussiste anche un "ragionevole dubbio circa l’intenzione di Ciafrone di procurare a Lugarà un ingiusto vantaggio patrimoniale in danno del Comune, visto che egli manifesta anzi il convincimento che la definizione rapida della pratica rappresentasse l’interesse della stessa Amministrazione comunale, che aveva necessità di incassare quanto prima i rilevanti introiti, circa 800mila euro, che le sarebbero derivati dall’operazione". Motolese era invece accusato di avere indebitamente accelerato i tempi di rilascio dell’agibilità parziale dell’immobile commerciale, concessa prima del collaudo delle opere di urbanizzazione previste dal Piano attuativo e anche lo stesso iter per il collaudo.

"Non si comprende quale tipo di condotta materiale si contesti all’imputato considerato che quel rilascio non era di sua competenza", ha concluso la giudice, che ha ritenuto invece corretta "la procedura di nomina del collaudatore seguita da Motolese".

Stefania Totaro