
L’ambasciatore Luca Attanasio, originario di Limbiate, ucciso in Congo
Va bene la vicinanza alle famiglie, la commemorazione dei caduti e i minuti di silenzio, ma sull’assassinio dell’ambasciatore Attanasio è ora che lo Stato italiano faccia finalmente chiarezza. Non usano troppi giri di parole i famigliari di Luca, con in testa il padre Salvatore e le 4 associazioni nate dopo l’agguato di 4 anni fa, costato la vita all’ambasciatore nato e cresciuto a Limbiate.
Una commissione parlamentare d’inchiesta sull’uccisione in Congo dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista del Pam, Mustapha Milambo è quello che chiedono insieme a Salvatore Attanasio anche l’Associazione amici di Luca Attanasio, l’Associazione Vittorio Iacovacci, Rete Limbiate e Associazione prospettiva 2023. Ieri hanno inviato una lettera a tutti i gruppi parlamentari della Camera e del Senato.
"Ad oltre quattro anni, nessuna verità è stata ancora accertata sui mandanti e sul movente della carneficina del 22 febbraio 2021, e forti perplessità destano le determinazioni della giustizia Congolese sull’esito del processo agli esecutori materiali della strage nell’aprile del 2023", esordisce la lettera ai parlamentari. "La sentenza di non luogo a procedere per difetto di giurisdizione del Gup di Roma nel febbraio 2024 ha impedito che il processo si potesse celebrare al fine di individuare il coinvolgimento degli imputati, funzionari Onu. Indagati per omicidio colposo a seguito di una serie di conclamate gravi omissioni nella procedura di sicurezza della missione nel Nord Kivu".
Poi l’elenco delle "innumerevoli interrogazioni parlamentari al ministro degli Esteri", delle audizioni alle commissioni e delle commemorazioni, fino a evidenziare che "non abbiamo registrato una sola concreta iniziativa di Governo affinché fosse fatta luce su questa terribile vicenda". Perché, ricorda la missiva: "L’omicidio di un ambasciatore e della sua scorta non può essere derubricato ad un fatto di cronaca nera, esso, oltre al valore della perdita delle vite umane che vale in questa come in altre circostanze drammatiche, è tuttavia anche un attacco allo Stato, che non può ignorare l’episodio e che deve reagire con dignità".