ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Laboratorio a perdere. Nella terra dei legnamè nessuno “assume“ i detenuti-falegnami

La denuncia dei Radicali dopo il sopralluogo all’istituto di via Sanquirico

Laboratorio a perdere. Nella terra dei legnamè nessuno “assume“ i detenuti-falegnami

La denuncia dei Radicali dopo il sopralluogo all’istituto di via Sanquirico

"A Monza nel carcere c’è una grande falegnameria quasi perfetta che potrebbe diventare il luogo di lavoro di un’azienda, che nella Brianza dei mobilifici avrebbe a disposizione macchinari e risorse: basterebbe che si sapesse e si trovasse il contatto". Lanciano un appello molto chiaro i Radicali dopo la loro visita di mercoledì alla Casa circondariale di Monza. Una delegazione composta da Simona Giannetti, Emilio Colombo e Francesco Pasquariello, accompagnati dal consigliere comunale di Monza Paolo Piffer e dall’assessore alle Politiche sociali di Cologno Monzese Antonio Velluto con la consigliera comunale Maria Caroleo, ha ispezionato gli ambienti della casa circondariale di via Sanquirico. Uno dei temi su cui hanno battuto chiodo è proprio il lavoro, rilevando il paradosso di come nella patria dei legnamé, la Brianza, non si riesca a trovare un’azienda disposta a investire nell’attrezzata falegnameria del carcere monzese. Un punto in realtà sottolineato anche dalla direttrice dell’istituto penitenziario Cosima Buccoliero, che giovedì ha osservato come "la falegnameria del carcere con le sue macchine molto professionali ben si presterebbe a permettere un’attività lavorativa", ma che "non si sta ancora riuscendo a trovare aziende del mobile e del legno disposte ad assumere detenuti per alcuni nodi non semplici da sciogliere", come "la richiesta spesso di manodopera già formata, o la difficoltà di dare continuità al rapporto lavorativo del detenuto una volta che esce dal carcere".

Intanto la falegnameria carceraria ha già dato moltissimo in termini di formazione e nella realizzazione di prodotti di valore sociale. Nata per iniziativa di Cooperativa Sociale 2000 nel 2008, la falegnameria ha formato in questi 16 anni decine di detenuti, grazie agli insegnamenti di maestri falegnami. Attualmente a tenere dei corsi di falegnameria sono l’Iis Meroni di Lissone, con l’indirizzo di tecnico dell’industria del mobile e dell’arredamento - grazie a cui sono stati realizzati oggetti donati a Comuni brianzoli - e la Fondazione Casa dello spirito e delle arti di Arnoldo Mosca Mondadori, che impegna diversi detenuti nel realizzare rosari, con il legno recuperato dai barconi dei migranti.