Non solo cascine. Il Parco di Monza è sede anche di tre mulini storici, progettati dall’illustre architetto Giacomo Tazzini, allievo del Canonica: sono il Mulino del Cantone, i Mulini Asciutti e il Mulino San Giorgio, tutti e tre in prossimità del Lambro (com’è naturale che sia essendo alimentati dal sistema di rogge) sul versante delle due Porte di Villasanta. Il Mulino del Cantone è un piccolo edificio situato al centro di un’area boscata lungo il Lambro - del quale costituiva un privilegiato punto di osservazione -, dominato dalla preesistente torre medievale in mattoni a vista. Più volte restaurato, il mulino è probabilmente l’unico reperto ancora esistente dell’antica linea difensiva a protezione di Monza e oggi è l’unico dei tre a non essere utilizzato.
Salendo di poco, sulla sponda destra del fiume, si trovano i Mulini Asciutti, composti da due edifici paralleli, uniti tra loro da un camminamento porticato. Risalgono al 1834 e al loro interno si possono ammirare i vecchi ingranaggi, le due sale di macina e i controlli delle chiuse. Ospitano la sede del Creda (Centro ricerca educazione documentazione ambientale), che offre percorsi di educazione ambientale e alla sostenibilità per le scuole, per le aziende e la possibilità di vivere un’esperienza di apprendimento all’aria aperta per tutti.
Proseguendo in direzione nord si arriva al Mulino San Giorgio, il più elaborato dei tre. Quando era attivo veniva azionato dal Lambro, attraverso la Roggia Molinara. La cascina, già rilevata nel XVII secolo, è composta da due edifici ad uso abitativo e agricolo, ed oggi è sede di un’azienda agricola.
Anche il ‘900, però, ha regalato al Complesso del Parco edifici di pregio. Ai margini del prato tra le Ville Mirabello e Mirabellino si trovano i padiglioni dell’antico ippodromo, le uniche strutture sopravvissute all’incendio dell’ex campo di gara: le due costruzioni coprivano le tribune per gli spettatori delle manifestazioni equestri e sono oggi in fase di recupero e restauro. L’ippodromo, inaugurato nel 1924 su progetto di Paolo Vietti Violi, disponeva di due piste e due tribune da 1.500 posti, e vide la sua ultima gara nel 1976. Vicinissimo alla Cascina Frutteto, nell’area del Parco di Porta Monza, si trova invece il Centro Rai, progettato nel 1950 in stile razionalista dal grande architetto milanese Gio Ponti, già autore del grattacielo Pirelli di Milano. L’edificio possiede una pianta curvilinea che vuole ricordare la forma di un’antenna parabolica, cui si contrappone un corpo quadrato, su cui svetta una torretta interamente in legno e vetro. Nel 2018 la Rai ha lasciato gli spazi del Centro. Da allora, l’abbandono.
A.S.