La tradizione in piazza. L’arte del merletto e i segreti dei confettti

A Monza, il mercato medievale ha riportato in vita antichi mestieri come il merletto a tombolo e la lavorazione dei confetti di Teodolinda, mantenendo vive tradizioni e artigianato prezioso.

La tradizione in piazza. L’arte del merletto e i segreti dei confettti

La tradizione in piazza. L’arte del merletto e i segreti dei confettti

Sin dalle prime ore del pomeriggio, ieri il centro di Monza ha fatto un tuffo nel passato con il mercato medievale e gli antichi mestieri. Ad animarlo, l’Associazione Aurora Noctis con le lanaiole, i figuranti del Gruppo amici del presepe di Lissone, la Scuola di merletto di Carate Brianza, la pittrice Giulia Iacchetti, gli Armigeri con l’esibizione di cavalieri in armatura impegnati in singolar tenzone; e poi i Falconieri di sua Maestà e il pasticciere monzese Federico Gerosa che ha portato i Confetti di Teodolinda, la sua specialità. Gerosa da anni ricostruisce gli antichi confetti delle nozze della regina. Il mastro pasticciere ha provato a mettere in padella le mandorle tostate con la buccia, con un impasto di farina e miele che riporta idealmente indietro nel tempo, a quando cioè non si conosceva ancora lo zucchero che sarebbe arrivato in Europa molto tempo dopo, con la scoperta dell’America; anche se sopra si aggiunge una spruzzata di zucchero grezzo, per dare l’effetto ruvido d’altri tempi.

Il mercato medievale è stata un’occasione rara per assistere alla lavorazione del pizzo a tombolo, un particolare, raffinatissimo tessuto fatto a mano e diffuso in Italia dal XVl secolo. La storia delle merlettaie è storia delle cascine brianzole, portata avanti da Caterina Casuscelli, coordinatrice della Scuola di Merletto. Cresciuta in una vecchia casa rurale, dove viveva anche sua suocera, ha potuto ammirare la donna intenta a far danzare i fuselli sul tombolo, per tessere il tessuto di merletto, ancora oggi uno dei più pregiati. Dopo il diploma all’Istituto d’arte di Cantù, dal 1984 Caterina ha fondato la scuola per merlettaie, insignita di diversi riconoscimenti.

"La nostra è una presenza fissa – racconta con passione Caterina – è per noi motivo di orgoglio renderci conto di come il nostro lavoro riesca ad incuriosire così tante persone e a spingere ancora tante donne a frequentare la nostra scuola. Al giorno d’oggi il tempo è prezioso e non è sempre facile avvicinarsi a un’arte che richiede precisione, tempo e pazienza. Eppure la suggestione resta".

È una tradizione custodita gelosamente quella del merletto, non a caso è stata inserita nel patrimonio culturale Unesco. Dai centrini alle borse, dai quadri, ai gioielli, all’abbigliamento, la lavorazione del merletto si presta ad ornare gli oggetti più pregiati e la richiesta dall’industria della moda è in aumento. "Ma non bisogna lasciarsi ingannare dalla modernità – sottolinea Caterina – le regole per il pizzo sono sempre le stesse da secoli e la foggia è sempre frutto delle tradizioni. A Monza, per esempio, i colori concessi sono sempre il bianco, che dev’essere candidissimo e il beige. Negli altri territori è invece possibile impreziosire i ricami con altre nuance".

Cristina Bertolini