VERONICA TODARO
Cronaca

La telenovela di Villa Bagatti. Continua la guerra legale: la vendita finisce in Cassazione

Varedo, a febbraio la Corte d’appello aveva dato ragione al Comune annullando l’atto di acquisto. Ora l’ex proprietario e la Fondazione La Versiera 1718 hanno deciso di presentare ricorso.

Varedo, a febbraio la Corte d’appello aveva dato ragione al Comune annullando l’atto di acquisto. Ora l’ex proprietario e la Fondazione La Versiera 1718 hanno deciso di presentare ricorso.

Varedo, a febbraio la Corte d’appello aveva dato ragione al Comune annullando l’atto di acquisto. Ora l’ex proprietario e la Fondazione La Versiera 1718 hanno deciso di presentare ricorso.

Sembra non aver mai fine la vicenda dell’acquisto di Villa Bagatti Valsecchi. Dopo il pronunciamento della Corte d’appello, quarta sezione Civile, che a febbraio aveva dichiarato nullo l’atto di compravendita del compendio immobiliare che dovrebbe tornare al suo proprietario originario, proprio quest’ultimo, Arbo Srl, e la Fondazione La Versiera 1718 hanno fatto ricorso in Cassazione. "È giusto che ognuno tuteli i propri interessi - sottolinea il vicesindaco Matteo Figini - che sono contrastanti rispetto all’interesse dell’amministrazione che ha ottenuto in secondo grado giustizia. Il futuro ci darà certezze e la mia speranza è che non ci sia un ribaltamento. Resta ferma l’esecutività della sentenza di secondo grado". La Corte d’appello si era infatti pronunciata in camera di consiglio, in accoglimento dell’appello proposto dallo stesso Comune, dichiarando l’annullamento dell’atto di compravendita. Tre i soggetti coinvolti che dal 2011 portano avanti carte bollate su carte bollate, per venire a capo della complessa operazione finanziaria avviata 14 anni fa: da un lato la compravendita del complesso immobiliare della Villa avvenuta tra la Fondazione La Versiera 1718 in qualità di acquirente e Arbo Srl in qualità di venditrice dell’immobile e dall’altro un contratto di apertura di credito con garanzia ipotecaria concesso da Banca Prossima Spa (ora Banca Intesa SanPaolo Spa) in favore della Fondazione, in cui interveniva anche il Comune di Varedo quale garante. Già nel 2010 il Comune aveva manifestato l’intenzione di acquistare l’immobile per destinarlo ad attività culturali, istituendo così la Fondazione con l’obiettivo di promuovere l’acquisizione.La Fondazione, pertanto, aveva acquistato la Villa per un importo di 6 milioni con un contratto collegato di apertura di credito per 6 milioni e mezzo stipulato dalla Fondazione con la banca. L’operazione era stata censurata dalla Corte dei Conti che aveva rilevato che lo schema negoziale era stato concepito per eludere le norme sul “patto di stabilità”, invitando il Comune a rimuovere le irregolarità. Ma se inizialmente il Comune aveva valutato la possibilità di acquisire Villa Bagatti Valsecchi, alla luce del valore (3.872.000 milioni, ndr) attribuito all’immobile dal perito dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione aveva deciso di instaurare il giudizio per ottenere la declaratoria di nullità della compravendita e del contratto di apertura di credito, in conformità con le indicazioni della Corte dei Conti. A febbraio poi la sentenza della Corte d’Appello.