BARBARA APICELLA
Cronaca

La solidarietà non basta, istituzioni avare

L’avvocato D’Antuoni, a capo di una rete di privati e terzo settore, lancia l’allarme: non ci sono aiuti economici per chi ospita

Agostino D'Antuoni

di Barbara Apicella

Mamme e bambini hanno portato serenità nelle case dei monzesi. Ma la generosità da sola non basta. Far quadrare il bilancio familiare con l’arrivo di nuove persone (spesso anche più di 3) diventa difficile per quei monzesi e brianzoli che dall’inizio della guerra in Ucraina stanno accogliendo chi è scappato dalle bombe. Ad oggi senza aver ricevuto fondi dalle istituzioni. A lanciare l’allarme è Agostino D’Antuoni, avvocato monzese che grazie a una rete di solidarietà tra privati e terzo settore, è riuscito a portare a Monza oltre 180 profughi. Persone accolte da famiglie, ma anche da single, del territorio.

Ma a oltre un mese e mezzo dall’arrivo del primo pullman carico di bimbi e di donne (alcuni anche malati e disabili) adesso si inizia a sentire il peso, soprattutto quando si va al supermercato. "Alcune famiglie nei giorni scorsi hanno inviato un’email alla Protezione civile per poter accedere ai contributi giornalieri che verranno erogati agli ospitanti – spiega D’Antuoni –. Ma hanno ricevuto picche. Per loro che già ospitano non sono previsti aiuti". Nell’email di risposta il Dipartimento della protezione civile (Funzione donazioni) risponde alle famiglie scrivendo che "La sua offerta in quanto proveniente da soggetto già ospitante, non può essere veicolata mediante la piattaforma #OffroAiuto e che pertanto la stessa non potrà essere trasmessa per quanto di competenza agli enti del Terzo Settore e del Privato Sociale cui competeranno le successive fasi di matching tra domanda e offerta, nonché di verifica preventiva e di costante monitoraggio della specifica tipologia di accoglienza in parola. La sua condizione non può essere ricondotta nell’alveo delle nuove offerte di ospitalità".

Profondo lo sconforto delle famiglie che non hanno assolutamente intenzione di venir meno all’impegno che si sono presi, ma che per arrivare a fine mese devono comunque fare i conti con un budget familiare non certo da Paperoni. "Le nostre famiglie sono straordinarie e si sono affezionate ai bimbi e alle donne. Sono famiglie normalissime: operai, impiegati, imprenditori. Ci sono anche single che hanno aperto la porta della loro casa. Un aiuto è arrivato soprattutto dall’Armadio dei poveri l’associazione monzese che sta provvedendo a dare pacchi alimentari e vestiti, e dalla Fondazione Azimut che ci ha donato buoni spesa". Ma non basta. Perché accanto all’emergenza ucraina, da anni le associazioni del terzo settore sono impegnate anche ad aiutare le famiglie in difficoltà e i senzatetto.

"Si fanno salti mortali. Mamme abituate a fare la spesa per tre persone stanno riempiendo il carrello per sfamarne sei. Poi, comunque, ci sono spese in più anche per le bollette". Da qui la richiesta di un aiuto alle istituzioni. "È assurdo. Le questure hanno tutti i dati delle famiglie ospitanti rilevati mediante il foglio di ospitalità. Non è ammissibile che le famiglie vengano discriminate solo perché hanno accolto".