CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

La scoperta dei ricercatori monzesi. Nascoste nel cordone ombelicale le “armi“ per battere la leucemia

Le cellule geneticamente modificate possono aggredire alcuni tumori del sangue resistenti alle terapie. I risultati della Fondazione Tettamanti del San Gerardo al congresso dell’American Society of Hematology.

Il team di lavoro Da sinistra il direttore Andrea Biondi con Sarah Tettamanti e Giuseppe Gaipa

Il team di lavoro Da sinistra il direttore Andrea Biondi con Sarah Tettamanti e Giuseppe Gaipa

Dal cordone ombelicale le cellule geneticamente modificate per curare la leucemia. Dal sangue fresco o crioconservato del cordone ombelicale si possono ricavare le cellule necessarie per realizzare le CARCIK, i linfociti T geneticamente modificati in laboratorio, capaci di aggredire le cellule di alcune forme di tumori del sangue resistenti alle terapie, come la leucemia linfoblastica acuta, che fa registrare ogni anno circa 400 nuove diagnosi in Italia prevalentemente in età pediatrica.

Per dimostrare la fattibilità e la sicurezza di questo metodo, i ricercatori della Fondazione Tettamanti dell’IRCCS San Gerardo hanno presentato i risultati al congresso annuale dell’American Society of Hematology (ASH) lo scorso dicembre a San Diego. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Camerani Pintaldi, guidata da Gisella Vegetti e nata per volontà dei coniugi Pino Camerani ed Elisabetta Pintaldi, coppia di Monza e titolari dell’azienda del settore dei mobili Cinova, che decise di destinare la sua eredità, costituendo proprio nel testamento la Fondazione stessa allo scopo di finanziare progetti in due filoni: la ricerca scientifica e la cura dei bambini e la formazione professionale dei giovani.

La Fondazione Tettamanti è impegnata da diversi anni nello sviluppo delle CARCIK (Chimeric Antigen Receptor-Cytokine Induced Killer). "Poter ricavare le CARCIK dal sangue del cordone ombelicale apre alla possibilità in futuro di utilizzare i cordoni conservati nelle biobanche per sviluppare terapie mirate a partire da cellule di donatori compatibili con i pazienti – osserva Sarah Tettamanti, ricercatrice della Fondazione Tettamanti del San Gerardo e co-autrice del lavoro – Nei modelli in vitro utilizzati nel nostro progetto i linfociti T estratti dai cordoni ombelicali e resi capaci di aggredire le cellule tumorali, hanno evidenziato caratteristiche sovrapponibili a quelli ricavati dal classico prelievo di sangue dal donatore. Le CARCIK sono state sottoposte a diverse fasi di validazione nel nostro laboratorio e nei modelli in vivo hanno evidenziato efficacia nel contrastare la malattia e un’alta tollerabilità. La prospettiva è di sfruttare le evidenze raccolte all’interno dei prossimi studi clinici sulle CARCIK".

Oggi la Fondazione Tettamanti sta portando avanti studi clinici con l’utilizzo di CARCIK per il trattamento della leucemia linfoblastica acuta tipo B e per i linfomi non Hodgkin di tipo B, e studi su sistemi cellulari in vitro e in modelli animali in vivo per lo sviluppo di terapie per la leucemia mieloide acuta.

La Fondazione nasce nel 1987, grazie alla donazione di Rita Minola Fusco, in memoria dei genitori. Nel 1994 la nascita del Centro di Ricerca Tettamanti in collaborazione col Comitato Maria Letizia Verga specializzato nella ricerca sulle leucemie ed emopatie infantili.