La richiesta dello strozzino "Meglio la cella che faticare"

Condannato due volte per estorsione, si è presentato in caserma per tornare in prigione

La richiesta dello strozzino  "Meglio la cella che faticare"

La richiesta dello strozzino "Meglio la cella che faticare"

di Dario Crippa

"Meglio il carcere che la comunità". E i turni di lavoro. Paradossale la scelta di uno strozzino italiano di 35anni, che l’altro giorno ha bussato alla caserma di Vimercate e, dopo aver chiesto di parlare col maresciallo, gli ha detto: "Voglio essere arrestato". Affidato in prova a una comunità ai servizi sociali come alternativa al regime carcerario, con l’intento di favorire il suo reinserimento attraverso attività rieducative, proprio non ci stava. Meglio la vita da detenuto. Del resto, le sbarre le conosceva bene. L’ultima condanna, a un anno e nove mesi di reclusione, l’aveva subita a gennaio, al termine delle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Vimercate. In concorso con un connazionale 49enne aveva commesso un’estorsione continuata e aggravata nei confronti di un uomo di 33 anni, che per un debito di soli 600 euro era finito in un incubo. I carabinieri avevano scoperto che quei soldi erano legati a un vecchio debito maturato negli ambienti dello spaccio. Una cifra che in realtà era dovuta a un’altra persona che aveva ceduto il credito a due italiani (fra cui il 35enne) originari di Vimercate che avevano dato il via a un’escalation di violenze.

Chiedevano rate mensili da 300 euro alla vittima dall’agosto 2021, colpendolo anche con calci al volto e perseguitandolo con messaggi a raffica su WhatsApp e Messenger. E prendendosela pure con sua madre, da cui erano riusciti a farsi consegnare 1.800 euro. L’apice a febbraio, quando avevano fatto trovare davanti all’abitazione della vittima una bottiglia piena di liquido infiammabile in cui erano immersi due proiettili calibro 22. Il 35enne era stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, ma già il mese successivo, ad aprile, per le continue violazioni alle prescrizioni impostegli, era tornato in carcere. Ed era stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare sempre agli arresti domiciliari, per un’altra estorsione nei confronti di una donna di 57 anni. La vittima, in difficoltà con la banca per uno scoperto di circa 1.000 euro, aveva ricevuto un prestito da un usuraio ma con la pretesa mensile di 300 euro solo di interessi (30%) finché non avesse estinto il debito con un’unica rata da 1.300 euro. Ma nonostante la donna in dieci mensilità avesse consegnato un totale di 3.300 euro, il suo strozzino non aveva considerato chiusa la partita. A quel punto sarebbe entrato in gioco proprio il 35enne, incaricato della riscossione.

Di trascorrere le giornate in comunità lo strozzino proprio non ne voleva sapere però e ha avanzato l’insolita richiesta ai carabinieri di espiare il residuo della pena di 1 anno 5 mesi e 17 giorni 17 in prigione. Accontentato.