FABIO LUONGO
Cronaca

La regista delle donne : "Il mio cortometraggio per poter cambiare vita"

La monzese Martina Monti ha scritto, prodotto e interpretato la pellicola "Racconto come si esce dall’incubo, un lavoro premiato in tutto il mondo".

La regista delle donne : "Il mio cortometraggio per poter cambiare vita"

"È un’esperienza comune a molte donne, oggi se ne parla più che un tempo, ma comunque non abbastanza, per tanti resta ancora un tabù. Così ho voluto dare voce a chi non ha avuto la possibilità di parlare". Martina Monti lo ha fatto con un cortometraggio che, basandosi su una storia vera, affronta il tema della violenza sessuale e delle sue conseguenze psicologiche. Una pellicola che sta sbancando i festival internazionali dedicati ai corti, tanto da aver già incassato 16 premi. Attrice, un passato brianzolo e un presente americano, Martina è l’autrice e la protagonista di “Seen“, cortometraggio in cui racconta la vicenda di una violenza all’interno di una relazione tra una ragazza e un ragazzo. Nata e cresciuta a Monza, da 4 anni trapiantata negli Stati Uniti, Martina il corto lo ha scritto, lo ha prodotto e vi recita come protagonista. "Ho tratto la storia da eventi realmente accaduti che conosco personalmente – spiega la 28enne –. Volevo raccontare una storia che avesse un messaggio importante per me. Quello della violenza è un tema sì molto discusso, ma allo stesso tempo è ancora un po’ tabù: molte vittime non si sentono libere di parlarne e di condividere quello che è successo loro, temono che di non essere credute. È un problema diffuso, ma in qualche modo anche coperto. Così ho voluto dare voce a chi non ha avuto la possibilità di parlare". "Le persone che hanno subìto violenza si sentono sole, ci sono tante donne che sperimentano questo tipo di situazioni – continua Martina –. Negli ultimi anni di questo tema si parla di più, oggi c’è un altro tipo di sensibilità rispetto al passato, le donne hanno più possibilità di essere credute, ma il problema non è comunque risolto. In “Seen“ mi sono concentrata non sul mostrare la violenza, ma sulle conseguenze psicologiche, su come una persona può reagire, perché il dopo può essere altrettanto difficile da affrontare quanto il momento della violenza. Mi sono focalizzata non sul fatto in sé, ma su ciò che la persona deve affrontare dopo, sulla violenza psicologica, sulla violenza ricevuta da qualcuno di cui ci si fidava".

Il risultato è stato molto apprezzato. "Il cortometraggio ha vinto 16 premi e ricevuto 6 nomination nel giro di un mese in diversi festival internazionali del cinema – racconta Martina –. Tra questi, ho vinto 5 premi come miglior attrice. Si tratta di festival come l’Independent Shorts Awards e l’IndieX Film Fest di Los Angeles, il Gothamite Monthly Film Awards di New York, ma anche un festival in Italia e uno in Grecia. Diversi riconoscimenti sono come miglior film, miglior attrice, ma anche per la regia. Sono contenta, è una bella soddisfazione. Ho ricevuto commenti positivi da persone dell’ambiente di Hollywood che hanno apprezzato il corto, tra cui Randal Kleiser, il regista del film “Grease“ con John Travolta. Fa molto piacere. All’inizio non mi aspettavo questo riscontro: poi a un certo punto continuavano ad arrivare nuovi premi, è stato emozionante. Dà una bella spinta per andare avanti".