La polemica del 25 Aprile. L’Anpi all’attacco del Comune: "Ci hanno messo il bavaglio"

Annullato il tradizionale corteo ed esclusione dagli interventi alla cerimonia istituzionale. Ma i partigiani scrivono alla prefetta: "La nostra non è una partecipazione a invito".

La polemica del 25 Aprile. L’Anpi all’attacco del Comune: "Ci hanno messo il bavaglio"

La polemica del 25 Aprile. L’Anpi all’attacco del Comune: "Ci hanno messo il bavaglio"

Bavaglio all’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) in occasione della cerimonia del 25 Aprile. È quanto denunciano gli esponenti del sezione cittadina puntando il dito contro l’Amministrazione comunale. "Dopo un incontro preliminare l’11 aprile - spiegano - e con la successiva conferma della ricezione del programma istituzionale inviato a tutte le associazioni del territorio, riportiamo con rammarico la volontà dell’amministrazione sevesina di modificare in senso riduttivo il rituale, sia annullando il tradizionale corteo, sia escludendoci dagli interventi". Per la sezione cittadina un gesto insensato: "Ricordiamo che la presenza dell’Anpi non è facoltativa ma parte del rituale civile che caratterizza da quasi 80 anni la celebrazione più importante di questa democrazia. In occasione del 25 Aprile quella dell’Anpi non è una partecipazione opzionale e quella dei partigiani d’Italia non è un’associazione come tutte le altre a cui poter estendere un invito".

E promettono battaglia. Si sono già rivolti alla prefettura per informarla "dello stravolgimento del programma istituzionale". La sindaca Alessia Borroni, però, resta ferma nella sua decisione: "Innanzitutto sia chiaro che l’Anpi non è stata esclusa. Tutte le associazioni sono state invitate. Mi sono confrontata con la prefettura prima di organizzare la cerimonia. E, nel rispetto delle regole, la scelta è stata quella di restituire al 25 Aprile il suo vero significato, con letture di brani, lettere di chi ha vissuto quel periodo: anche partigiani e deportati, aspetti che coinvolgono tutti. Non abbiamo fatto scelte politiche. Purtroppo all’Anpi questo non interessa: focalizzano l’attenzione sul fatto che non potranno parlare. Devono accettare le scelte di chi amministra rispettando la legge, mi pare che invece preferiscano fomentare l’odio".