GABRIELE BASSANI
Cronaca

La parola fine sulla storia della Valli. Ultimo accordo per limitare i danni: disoccupazione e un anno pagato

Ieri in Regione la firma tra i sindacati e la proprietà svedese dell’azienda di maniglie che chiuderà a fine anno "Nessuna vittoria per i 37 dipendenti, questo è solo un materasso su cui cadere per farsi meno male".

I lavoratori della Valli di Renate L’azienda chiude per sempre nell’anno del 90esimo

I lavoratori della Valli di Renate L’azienda chiude per sempre nell’anno del 90esimo

Con la firma di ieri pomeriggio in Regione Lombardia, si scrive la parola “fine“ alla storia della Valli di Renate, un’eccellenza nel settore del legno con le sue maniglie d’autore, durata 90 anni. Accordo raggiunto tra sindacati e azienda per la chiusura della storica fabbrica, che cesserà l’attività il 30 dicembre, lasciando senza lavoro gli attuali 37 dipendenti (uno nel frattempo ha trovato un nuovo posto). Dopo una strenua trattativa, i sindacati sono riusciti a ottenere almeno un po’ di "ossigeno" per i lavoratori in uscita, ovvero 12 mensilità, oltre ai preavvisi e anche un ulteriore supporto economico per chi si trova più vicino al traguardo della pensione, anche se nessuno sarà comunque in grado di raggiungerlo direttamente con la Naspi. Da gennaio, per un anno intero, gli ex dipendenti Valli avranno a disposizione i servizi di due agenzie specializzate di outplacement che li affiancheranno nella ricerca di un nuovo posto di lavoro e forniranno loro anche supporto psicologico per affrontare un periodo che si annuncia per nulla semplice.

"Non consideriamo certo questo accordo una vittoria, piuttosto un modo per limitare i danni, un materasso su cui cadere per farsi meno male – dice Maria Ciociola, segretaria generale Fillea Cgil Monza e Brianza –. Vittoria sarebbe stata salvare i posti di lavoro, ma purtroppo questo non è stato possibile, nonostante le rassicurazioni e le promesse che sono giunte anche dalle istituzioni e che poi non hanno trovato nessun riscontro concreto". Insomma, nessuno si è fatto avanti in questi mesi per rilevare l’attività o anche solo l’insediamento industriale, così da poter garantire una continuità lavorativa a questi dipendenti. D’altra parte, la Assa Abloy, proprietà svedese-finlandese, che ha rilevato lo storico marchio nel 2008, era stata categorica fin dall’apertura della vertenza: lo stabilimento di Renate andava chiuso perché accumulava debiti anziché utili.

Così, proprio nell’anno del 90esimo, per beffa del destino, si chiude definitivamente la parabola dell’azienda fondata nel 1934 da Pasquale Valli e portata poi al successo internazionale da Carlo Edorardo Valli, con l’intuizione della “maniglia d’autore“ inaugurando, con grande anticipo sui tempi e sulle mode, una rivoluzionaria collaborazione con alcuni dei designer e degli architetti più conosciuti. Lo stabilimento di via Concordia era arrivato ad avere oltre 250 dipendenti, diventando una delle realtà industriali più importanti della Brianza. Con l’acquisizione da parte di Assa Abloy era entrata a far parte di un gruppo internazionale che controlla oltre 140 marchi nel campo della gestione degli ingressi, ma negli ultimi anni aveva cominciato a segnare il passo. Fino all’epilogo di ieri pomeriggio.