Roberto “Dustin“ Antonelli è una persona che, in ambito sportivo, ha profondamente segnato la storia della Brianza. Nato a Morbegno nel 1953 ha iniziato la propria carriera di calciatore a Monza, città alla quale è profondamente legato. Dopo essersi messo in luce con i Biancorosha fatto un’ottima carriera che ha toccato i vertici col Milan.
Conclusa la carriera da giocatore ha iniziato quella da allenatore e da papà contribuendo alla formazione calcistica del figlio Luca che ha ripercorso in parte la sua carriera partendo dal Monza per poi arrivare al Milan. "Ora abito a Monza, città che adoro, quindi il mio cuore è diviso tra Milan e Monza". Milan e Monza sono anche il trait d’union del suo avvicinamento al golf. "Qualche anno fa andai a trovare il mio ex presidente Felice Colombo, che è proprietario di tre circoli in Brianza, e mi invitò a provare. Fu amore ‘al primo colpo’ e da allora non ho più smesso". Ci sono tanti ex calciatori che giocano a golf finita la carriera da calciatore. Mauro Tassotti, Daniele Massaro, Roberto Donadoni per restare in rossonero.
Le capita di scendere in campo con loro?
"Sì, a volte giochiamo insieme specie prendendo parte a qualche gara. Loro però sono di un altro livello! Io ho iniziato da pochi anni e ho un modesto handicap 24, loro hanno molta più esperienza e ricevono solo pochi colpi dal campo".
Come mai molti ex sportivi praticano il golf al termine delle loro carriere?
"Personalmente tendo a ingrassare e, siccome camminare fa molto bene, meglio farlo giocando a golf. Muoversi è utile a tutte le età a prescindere dal proprio background. Spesso si pensa che il golf sia uno sport per vecchi ma non è così perché ci sono tantissimi giovani che si approcciano alla disciplina che è sempre più completa per tutte le età".
Che cosa l’ha affascinata del golf?
"È uno sport bellissimo che consente di togliersi tante soddisfazioni. Ogni partita è una nuova esperienza. Ogni volta, anche il medesimo percorso, si gioca in modo differente perché è pressoché impossibile fare due volte lo stesso tiro. Se ci si appassiona non si riesce a farne a meno".
Ci diceva essere stato amore alla prima occasione.
"Mi ha fatto subito innamorare vedendo volare la prima pallina. Un aspetto che mi piace è che giochi ogni partita contro te stesso e ogni colpo è una sfida per migliorarsi. Puoi vincere la gara ma la cosa più bella è riuscire a tirare anche un solo colpo in meno della volta precedente. Poi si può giocare con amici trascorrendo ore insieme con sfide condite da sfottò e divertimento".
Gioca spesso?
"Riesco a giocare due/tre volte la settimana".
Dove?
"Principalmente al Golf Borgo di Camuzzago. È un circolo nel quale ci si sente subito in famiglia: si mangia insieme ed è aperto a tutti. Il presidente Sauro Legramandi e il direttore Luca Maggi sono persone eccezionali che hanno trasmesso a tutti lo spirito di apertura senza nessuna preclusione o preconcetto. Il percorso ha un livello di manutenzione eccellente e i servizi, dalla piscina al padel, completano il circolo".
Ha un consiglio da dare a chi lo ha sempre osservato il golf “da lontano“ magari pensando che sia uno sport costoso o destinato a un’élite?
"L’unico consiglio che posso dare è di provare. Secondo me l’80% di chi prova poi gioca scoprendo peraltro che non è uno sport per vecchi e tantomeno per ricchi".