Gioca l’ultima carta del ricorso alla Corte di Cassazione l’ex “geometra di Berlusconi“ Francesco Calogero Magnano coinvolto nell’inchiesta della Procura di Monza per corruzione urbanistica nel Comune di Usmate Velate. Il 75enne nato a Brancaleone in provincia di Reggio Calabria ma residente a Macherio, paese di una delle dimore del Cavaliere di cui era professionista di fiducia, si trova da 70 giorni agli arresti domiciliari per un’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal pm monzese Carlo Cinque e firmata dalla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza Angela Colella, che lo scorso 29 aprile è stata eseguita dai finanzieri del Comando provinciale monzese. Il difensore di Magnano, l’avvocata Roberta Minotti, si è vista rispondere picche dai giudici della libertà del Tribunale del Riesame di Milano e dai giudici monzesi del Tribunale del Riesame patrimoniale nel ricorso per tornare in libertà e per vedere il dissequestro delle sue due società coinvolte nelle indagini. Magnano è accusato di concorso in corruzione in qualità d intermediario in alcune operazioni immobiliari attraverso una società di conduzione di campagne di marketing e allo studio professionale di cui è ritenuto amministratore di fatto.
Due pagamenti per complessivi 48mila euro destinati al geometra Antonio Colombo, ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Usmate, che Magnano giustifica come una provvigione al funzionario per la segnalazione di un’area dove realizzare un centro commerciale. "I 100mila euro che diamo a Magnano - dice invece un imprenditore arrestato - la metà li prende Antonio... si è fatto fare delle fatture per pagarlo, non glieli ha dati in nero in contanti...". Stesso sistema per altri 2mila euro dei 14.500 pagati per il rilascio del parere tecnico favorevole a una variante del Piano di governo del territorio cittadino su un’area vincolata dal Piano territoriale regionale e di coordinamento provinciale per ottenere uno "sviluppo edificatorio intensivo". Accuse negate con sdegno da Magnano. "Francesco Magnano sta subendo un danno alla sua professione e di immagine di enorme valore - sostiene la legale - Per poche decine di migliaia di euro si trova ancora ai domiciliari e le sue società sono state date in gestione a un’amministratrice giudiziaria, così Magnano si ritrova a dover pagare doppio commercialista. Lui non ha commesso alcuna corruzione, sostiene che non è arrivato a 75 anni, dopo una vita professionale e personale in cui non ha mai avuto problemi con la giustizia, per cadere in un’accusa di questo genere.
I pagamenti non erano tangenti ma provvigioni, abbiamo anche depositato in Procura una nostra consulenza tecnica che chiarisce ancora meglio la vicenda". Di fronte al muro eretto da Procura e Tribunale, l’avvocata Minotti ha presentato ricorso in Cassazione. Così come hanno già fatto gli avvocati Raffaele Della Valle e Donatella Rapetti per Antonio Colombo, da 70 giorni detenuto in carcere. Gli unici ad avere ottenuto una misura più lieve sono i costruttori Alberto Riva e Luigi Roncalli.