REDAZIONE MONZA BRIANZA

La moglie non vuole fare sesso, il marito la malmena

Storia di violenza coniugale. In manette romeno ubriaco. di 31 anni: i soprusi. davanti ai due figli minori

Il rifiuto di un rapporto sessuale. Questa sarebbe la scintilla che ha fatto perdere la testa, per l’ennesima volta, a un 31enne romeno. Che si è scagliato contro la moglie con una raffica di pugni, fino a mandarla in ospedale. L’ennesimo caso di violenza contro le donne, in Brianza, come in tutto il Paese. Solo grazie al repentino intervento dei carabinieri della Compagnia di Seregno la situazione non è andata oltre.

La donna, operaia di 34 anni, è stata portata al pronto soccorso di Carate, in codice verde: guarirà in dieci giorni. Il violento, invece, anche lui operaio, con la fedina penale già sporca, è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia aggravati e lesioni personali. È successo intorno a mezzanotte. Arriva una segnalazione alla centrale operativa, che invia sul posto gli uomini della Stazione di Besana. In corso un’accesa lite tra due coniugi. Giunti sul posto i militari sentorno le grida di aiuto della donna e il rumore di vetri infranti. L’uomo, in evidente stato di ebbrezza alcolica, alla presenza dei due figli di sei e quattro anni, ha appena sfogato la sua violenza sul volto della malcapitata. I carabinieri allertano il 118 che arriva con un’ambulanza e porta in ospedale la donna. L’uomo viene fermato e portato in caserma. Il motivo della lite sarebbe da ricondursi al rifiuto della donna di avere un rapporto sessuale con il marito essendo i due in fase di separazione dovuta ai pregressi maltrattamenti, che andavano avanti da molti anni. Durante gli accertamenti di polizia giudiziaria è emerso che l’uomo aveva talmente condizionato la moglie al punto da farle credere che chiamare le forze dell’ordine sarebbe stato inutile e nulla gli sarebbe mai accaduto. Anche in forza di una legislazione che, a suo dire, in Italia garantirebbe sempre e comunque il valore superiore della parola del marito. L’uomo (con precedenti specifici) ha tentato di continuare a recitare la parte con arroganza e spavalderia anche davanti ai carabinieri, ma senza esito.

Adesso si trova dietro le sbarre del carcere di Monza. La cessazione della convivenza – secondo le ultime analisi e i dati a disposizione del Cadom, il Centro di aiuto alle donne maltrattate con sede a Monza – non basta a fermare la violenza del maltrattatore. Sono in aumento le segnalazioni di maltrattamenti psicologici, dal 40,9 al 45,6%, ed economici, dal 10,9% al 12,1%.

Ale.Cri.