CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

La famiglia Rizzetto e la passione per gli aquiloni: “Qui è un mondo sconosciuto. In Asia insegnano l’arte ai bambini"

Franco, la moglie Gabriella e la figlia Sara: una vita col naso all’insù: “In Oriente insegnano a costruirli ai più piccoli che poi crescono con la voglia di guardare il cielo. E sono sempre capaci di meravigliarsi"

La famiglia Rizzetto e la passione per gli aquiloni

La famiglia Rizzetto e la passione per gli aquiloni

Monza – Con il naso all’insù a guardare un aquilone. E poi succede che te ne innamori perdutamente e diventa la passione di famiglia. È successo così con gli aquiloni giapponesi a Franco Rizzetto, quando nel 1995 ha assistito con la moglie Gabriella e la figlia Sara al Festival internazionale degli aquiloni a Cervia, che si tiene ogni anno tra il 25 aprile e il primo maggio. Tutti e tre sono stati catturati da quei colori in movimento e hanno cominciato a costruirli. E così Franco (che di mestiere è cablatore elettrico) si è specializzato in aquiloni giapponesi artistici, dipinti a mano, con l’intelaiatura in bambù, la pianta flessibile e leggera, ricorperti di carta di gelso Washi, come quelli tradizionali asiatici.

La moglie Gabriella (di professione responsabile di un centro cosmetico di Milano) si è appassionata di aquiloni artistici moderni, con la struttura in carbonio, ricoperti dal leggerissimo tessuto utilizzato in nautica per lo spinnaker. È un tessuto resistente e leggero che si presta a essere cucito a macchina e poi steccato al carbonio. Invece Sara, l’esperta di tecnologia della famiglia (tecnico di laboratorio all’ospedale di Trieste), è presidente dell’Associazione aquilonismo acrobatico italiano Stack (Sport team and competitive kite). "È un mondo sconosciuto ai più - racconta Rizzetto -, si possono realizzare aquiloni da cento metri quadrati. Oppure come miniature artistiche. In Asia insegnano a costruirli ai bambini che poi crescono con la voglia di guardare il cielo. E sono sempre capaci di meravigliarsi".

La magia degli aquiloni. Una passione di famiglia
Franco Rizzetto mostra uno dei suoi aquiloni artigianali Una passione condivisa con la moglie Gabriella e la figlia Sara

Dietro un aquilone c’è un grande lavoro. Si comincia con il taglio del bambù a lama, il disegno e poi la lavorazione che diventa una sorta di meditazione che coinvolge il proprio “sentire” profondo. È un piacere progettarne il disegno, curare la struttura e farla crescere poco per volta. Per gli aquiloni artistici, invece, si usano tipi di carta di gelso di diverse grammature, a seconda della dimensione. Anche il colore è fondamentale per la riuscita. I pigmenti naturali in polvere non alterano il peso e la consistenza della carta, come potrebbe succedere con i colori a olio, molto più pesanti. Per costruire un aquilone a forma di insetto, un’ape, un tafano, una cicala o una coccinella, si progettano testa, torso, ali e ogni dettaglio viene curato. "Dopo l’emergenza Covid, ho deciso di approfondire ancora di più questa passione - dice Rizzetto -. Ho conosciuto i maestri dell’antica scuola giapponese di Nagoya, dove si costruiscono aquiloni dal 1400, tramandandosi l’arte di generazione in generazione. Per l’occasione erano ospiti a Cervia e il maestro Kengo Nagata si è offerto di diventare il mio mentore. Mi suggerisce materiali e disegni per aquiloni sempre più belli e performanti".