STEFANIA TOTARO
Cronaca

La giustizia a rilento. Deragliamento e protesi. Destinazione prescrizione

Tre giorni di astensione, slittano le udienze sull’incidente ferroviario di Carnate sulle tangenti nella sanità e sul bimbo morto dopo il parto in casa a Concorezzo.

La giustizia a rilento. Deragliamento e protesi. Destinazione prescrizione

Anche gli avvocati penalisti brianzoli aderiscono allo sciopero da mercoledì a venerdì indetto dall’Unione delle Camere Penali per puntare un faro sull’emergenza dei suicidi in carcere. E si prevede una raffica di rinvii delle udienze, compresi alcuni processi già avviati verso il colpo di spugna della prescrizione. "Il tema dei suicidi in carcere è caldo e ci coinvolge tutti", la linea del direttivo della Camera penale di Monza. Il risvolto della medaglia è il rinvio delle udienze. Rinvii che, essendo già in prossimità della pausa estiva giudiziaria, rischiano di andare quantomeno a settembre, ma anche fino a sei mesi. Il primo processo che rischia uno scivolone è quello fissato per giovedì sul treno fatto deragliare alla stazione ferroviaria di Carnate. Il dibattimento riguarda sei dipendenti Trenord imputati di disastro colposo e lesioni personali colpose. Sono il capotreno, il macchinista e due addetti alla manutenzione, mentre due dirigenti sono imputati di tentato depistaggio e frode in processo penale. Il 19 agosto 2020 il convoglio, proveniente da Milano Porta Garibaldi e diretto a Paderno Robbiate, giunto a fine corsa alla stazione, si è invece rimesso in moto da solo mentre gli addetti erano andati al bar a bere il caffè. Fortunatamente c’era un unico passeggero a bordo, che se l’era cavata con contusioni per 40 giorni di prognosi. La difesa degli imputati non ha chiesto riti alternativi, come il patteggiamento o il rito abbreviato, proprio per tirare in là il più possibile il dibattimento, destinato, entro il terzo grado di giudizio, a venire dichiarato prescritto. Venerdì, invece, a rischio di rinvio un altro dibattimento per una tragica vicenda. Quella del neonato morto dopo il parto in casa, a Concorezzo: ora un’ostetrica milanese settantenne si trova imputata di omicidio colposo in un processo al Tribunale di Monza.

Parti civili i genitori del neonato, una coppia di quarantenni residenti a Concorezzo che, per la nascita del loro secondogenito, avevano deciso per il parto in casa, invece che in ospedale. Ma era finita in tragedia, con il piccolo in ipossia, strozzato dal cordone ombelicale. Poi la corsa in ospedale e il decesso avvenuto un paio di giorni più tardi. Mercoledì, invece, farà un ulteriore passo verso la prescrizione il processo per le presunte lesioni personali gravi ai pazienti per ‘piazzare’ le protesi al ginocchio Ceraver. Imputati i due chirurghi ortopedici che erano in servizio al Policlinico di Monza, Marco Valadè e Fabio Bestetti, che hanno già patteggiato per corruzione insieme al responsabile commerciale in Italia dell’azienda francese delle protesi, Denis Panico.