
La commedia dark del “Malloppo“
Due ladri inesperti decidono di svaligiare la banca accanto all’impresa di pompe funebri in cui lavorano, ma sono costretti a nascondere la refurtiva nella bara della madre di uno di loro, appena deceduta. Tra furti, omicidi, intrighi amorosi e indagini, inizia una rocambolesca sequela di situazioni spassose e assurde tipiche dell’umorismo nero britannico. Comincia così “Il Malloppo“, uno degli esempi più famosi e divertenti della black comedy inglese, in cui con ironia e cinismo si attaccano i capisaldi della società borghese: forze dell’ordine, matrimonio e culto della morte. Il capolavoro di Joe Orton sarà in scena al teatro Manzoni di Monza domani e sabato alle 21 e domenica alle 16. Regia di Francesco Saponaro, con Gianfelice Imparato, Marina Massironi e Valerio Santoro (nella foto); scene di Luigi Ferrigno. Biglietti, da 17 a 30 euro. Il testo, scritto negli anni ’60, divenne un successo clamoroso, arrivando a vincere il premio come migliore commedia dell’anno e lanciando il suo giovane autore, Joe Orton, come la nuova stella del panorama teatrale inglese. “Il Malloppo“ è una dark comedy dai toni farseschi e dalla comicità dissacrante. Il dialogo serrato, iperbolico e surreale mette in campo una critica spietata alla società inglese degli anni Sessanta.
"Ma Orton, con il suo stile anarchico, contro le forme della “buona società borghese“ – sottolinea il regista – anticipa i toni della cultura underground e della rivoluzione punk". McLeavy è un padre di famiglia timorato di Dio, morigerato e conformista, vedovo da appena tre giorni. Hal è il figlio degenere che sogna di investire i profitti illeciti in un casino di appuntamenti. Dennis, impiegato in un’agenzia di pompe funebri, è il complice del furto in banca con il suo amico d’infanzia Hal. Fay è una scaltra infermiera senza scrupoli che ha fatto fuori sette mariti ed è sempre a caccia di sistemazione. Truscott è un poliziotto sui generis, abile nell’arte del travestimento, garante della legge ma tronfio di aggressività e nonsense. E poi c’è il corpo imbalsamato della defunta signora McLeavy che viene sballottata di qua e di là insieme alla refurtiva. I personaggi danno vita a uno scontro tra generazioni senza esclusione di colpi e decisamente attuale. La commedia è divertente, ma in una specie di incubo Freudiano svela gli scheletri che ciascuno ha nascosti negli armadi.
Cristina Bertolini