La cassa piange. Le due facce del commercio

Girano gli affari nel lusso, soffre l’abbigliamento. Il segretario generale: "Gli affitti pesano sugli incassi".

La cassa piange. Le due facce del commercio

Alessandro Fede Pellone segretario generale dell’Unione Commercianti Confcommercio Monza e Brianza

"Effettivamente dalla ricerca della Cgia Mestre sembra che qui a Monza siamo ricchi, invece non sono tutte rose e fiori. La crisi la sentiamo anche noi". Alessandro Fede Pellone, segretario generale dell’Unione Commercianti-Confcommercio, invita alla riflessione: "Se guardiamo i dati positivi – spiega – dobbiamo riferirci di sicuro al settore della ristorazione. Quello sta andando molto bene, in recupero dopo gli ultimi anni difficili. C’è una buona vivacità. Su questo fronte non ci possiamo lamentare. Via Bergamo sta dando ottimi riscontri, sia di giorno sia di sera. Direi che abbiamo anche altri settori in cui le cose vanno per il verso giusto. In particolare posso dire che le concessionarie di automobili sono in ripresa. Vanno inoltre ancora molto bene le attività che si occupano della vendita di beni di lusso. Mi riferisco a orologi e gioielli". E questo, alla fine, è anche un buon termometro della crisi: se si acquistano auto o gioielli probabilmente la situazione è mediamente buona, sia dal punto di vista economico sia per quanto riguarda la fiducia. Non si affrontano certe spese se mancano soldi o se si ha la percezione di un futuro in peggioramento. La criticità, invece, deriva dal settore dell’abbigliamento, che per anni è stato il fiore all’occhiello della città e fonte di richiamo di clienti da tutta la Brianza. "Questa difficoltà purtroppo è evidente – commenta Fede Pellone –. Chi aveva aspettative nei saldi è rimasto un po’ deluso perché non sta andando bene. Forse anche a causa del maltempo, ma le vendite non sono andate secondo le aspettative. Qualcosa sta migliorando, ma timidamente". Confcommercio esclude che questo possa essere dovuto a nuove forme di shopping da parte dell’utenza.

"Anche l’e-commerce – spiega Fede Pellone – non è aumentato tantissimo. Non ha rubato fette di mercato. È poi omogeneo in Italia, non possiamo dire che Monza risenta in modo particolare dell’online. Forse a fare la differenza è la situazione degli affitti nelle vie centrali. I proprietari chiedono tanto e i commercianti che vogliono sopravvivere devono praticare rincari. Non manca, tuttavia, chi ha deciso di chiudere. Noi abbiamo indicato una via d’uscita: predisporre bandi con il Distretto del commercio per ridurre i canoni di affitto. Oppure provare a invitare i proprietari a rivedere i canoni: rischiano di ritrovarsi tra le mani uno spazio sfitto. Insieme a questo, infine, c’è un altro aspetto che inviterei a prendere in considerazione: bisogna creare più momenti di aggregazione in centro. Una città viva, ricca di eventi, esercita sempre richiamo sulle persone e permette di valorizzare le attività commerciali".

G.Gal.