CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

La “beffa del secolo“. In passerella a Monza gli autori dei falsi Modì. Una serata per la ricerca

Sul palco Pier Francesco Ferrucci, oncoimmunologo di fama internazionale

Arte, scienza e la fake news delle teste di Modigliani. Questi gli ingredienti della serata di fundraising per sostenere la ricerca oncologica a partire dalla “beffa del secolo“, il celebre scherzo delle false teste di Modigliani, orchestrato da tre studenti 41 anni fa.

È il progetto promosso dalla Fondazione Grazia Focacci di Milano, in calendario per martedì 1 aprile allo Sporting Club di Monza, intitolato proprio “La beffa del secolo“. Sarà l’occasione per condividere esperienze su prevenzione, ricerca e supporto ai pazienti oncologici e alle famiglie, partendo dallo scherzo più famoso della storia dell’arte italiana. Promotrice dell’evento la consigliera regionale monzese Martina Sassoli insieme al protagonista della beffa, il professore Pier Francesco Ferrucci, oncoimmunologo di fama internazionale e presidente del comitato scientifico della Fondazione Focacci.

Nell’estate del 1984, allora studente, insieme a due amici, creò con un trapano le false teste di Amedeo Modigliani e divulgò il loro ritrovamento a Livorno. L’evento di martedì 1 aprile è volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della ricerca oncologica e del supporto ai pazienti e alle famiglie, raccogliere fondi per sostenere i progetti della Fondazione Focacci e condividere storie ed esperienze che intrecciano arte, scienza e solidarietà, offrendo una prospettiva sulla connessione tra questi mondi, anche grazie all’intervento del comico Antonello Taurino di Zelig. Sarà presente anche Michele Ghelarducci, un altro dei tre ragazzi autori dello scherzo.

"L’arte ci insegna che dietro ogni capolavoro si cela una storia fatta di autenticità, ma anche di inganno e mistero – ha evidenziato la consigliera regionale Martina Sassoli – Attraverso questo evento vogliamo esplorare il fenomeno della falsificazione nell’arte e, al tempo stesso, trasformarlo in un’opportunità concreta di bene. Come nel mondo dell’arte è essenziale distinguere il vero dal falso, nella medicina la ricerca è l’unico strumento per distinguere tra speranza e incertezza, tra possibilità e impossibilità di cura. Ciò grazie a una delle teste più brillanti che l’Italia ci abbia regalato. E, con tutto il rispetto, non è quella di Modigliani, ma quella del professor Ferrucci".