DARIO CRIPPA
Cronaca

Monza, inseguimento ad alta tensione nella notte: auto sfonda vetrina, tragedia sfiorata

Quattro giovani a bordo di una Lancia Y non si fermano a un posto di blocco. Se la cavano con ferite lievi e una denuncia per il conducente

L'auto contro la vetrina della gioielleria in via Carlo Alberto a Monza

Monza - Quattro e 37 del mattino. Nottata appena trascorsa in una discoteca della Brianza. La Lancia Y con a bordo quattro giovani tra i 19 e i 21 anni (c'è anche una ragazza) si dirige verso Monza. C'è un posto di blocco dei carabinieri, all'altezza di viale Elvezia. Ma il giovane alla guida della vettura, un ventenne di Vimercate senza precedenti, tira dritto. Ha bevuto troppo, forse lo sa e se ne rende conto, forse è solo annebbiato dai fumi dell’alcol.

Parte un inseguimento mozzafiato. L'intera area viene cinturata. Oltre alle gazzelle dei carabinieri, guidati dal comandante Emanuele D'Onofri, vengono allertati e anche le Volanti della polizia e le pattuglie della polizia locale. Almeno cinque o sei vetture si mettono sulle tracce della Lancia Y. La vettura supera di gran lunga i limiti di velocità, brucia ogni semaforo sulla sua strada. Entra nel centro di Monza. Percorre la via Zucchi. Poi, all'altezza con la via Carlo Alberto, è costretta a svoltare bruscamente verso destra. La velocità è però eccessiva, e finisce contro lo spigolo della gioielleria Remida Tornaghi. Il cancello viene divelto, la vetrina sfondata. Il botto è spaventoso, tanto da svegliare i residenti dei dintorni.

Per tirare fuori i ragazzi dalla macchina dovranno intervenire i carabinieri. Due ambulanze e un'automedica sono già sul posto e si preparano al peggio. Fortunatamente, invece che una strage devono raccogliere soltanto feriti lievi. Il più grave viene portato in codice giallo all'ospedale San Gerardo di Monza, il più lieve in codice verde al Policlinico. Se la cavano con qualche contusione. Il ragazzo alla guida, davanti ai carabinieri, si lascia sfuggire soltanto una frase: “Sono stato un c…one”. Completarla non è difficile. Ora dovrà rispondere di guida in stato di ebbrezza (entrambi i test a cui è stato sottoposto sono risultati positivi) e resistenza a pubblico ufficiale (la fuga all'alt dei carabinieri). Per sua fortuna, se la caverà con una denuncia a piede libero.

Marco Tornaghi, titolare della storica gioielleria, ieri mattina è riuscito ad aprire regolarmente. “Ma non so come faremo a chiudere – spiega -: il cancello è divelto. La macchina doveva andare molto forte, fare questa curva a 150 chilometri all'ora o giù di lì era impossibile, specie considerate le condizioni in cui guidavano. Poteva essere una strage”.