CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Ingegneria chirurgica nelle fogne. Arriva la tecnologia “no dig“

Microscavi per rifare 7,6 chilometri di grosse tubazioni sotto la provinciale Monza-Carate Brianza

Ingegneria chirurgica nelle fogne. Arriva la tecnologia “no dig“

Ingegneria chirurgica nelle fogne. Arriva la tecnologia “no dig“

Ingegneria chirurgica per rifare le fognature della Brianza. BrianzAcque ha avviato il risanamento del collettore fognario che da Sovico trasporta le acque reflue fino al depuratore San Rocco di Monza, con la tecnologia “no dig“, ovvero niente scavi: 7,6 chilometri di grosse tubazioni, che corrono sotto la strada provinciale Sp6 Monza-Carate Brianza per poi innestarsi nel “giacimento“ verde del Parco di Monza.

L’operazione, che vede coinvolti i comuni di Sovico, Macherio, Biassono, Vedano al Lambro e Monza, è stata illustrata nei giorni scorsi, a margine di un seminario formativo promosso da BrianzAcque in partnership con l’Ordine Ingegneri di Monza e Brianza. Sarà un intervento da oltre 16 milioni di euro, 2 anni di progettazione, 2 anni di esecuzione, affidati a tre imprese con 2 squadre su Biassono e una su Vedano. L’investimento sarà sostenuto da un prestito Bei (Green Loan) da 7,72 milioni e un finanziamento di Regione Lombardia, per 3,5 milioni. BrianzAcque coprirà la restante parte con gli introiti delle bollette del servizio idrico integrato, fornito nei 55 comuni della Brianza. Scavi ridotti al minimo (100 metri per volta) al posto delle interminabili voragini a cielo aperto, permettono di risanare le vecchie condotte dall’interno limitando al minimo i lavori al suolo, a lato della Valassina, asse viabilistico tra i più trafficati della Brianza, come pure di salvaguardare il patrimonio naturalistico e l’ecosistema del Parco. Proprio nel parco verranno praticati cinque o sei scavi da 3 metri per 3, invece del tradizionale scavo lungo tre chilometri. Condizione necessaria: svolgere l’intervento ai primi segni di danneggiamento, prima del danno manifesto. Si installa un tubo impregnato di resina all’interno di quello esistente. Il nuovo tubolare inserito si indurisce nel tubo ospite. La condotta ricostruita dall’interno riacquista funzionalità, senza devastare strade e terreno in superficie, né tubature di altri servizi.

"In Italia, siamo state tra le prime società del settore ad applicare in modo consistente la tecnologia “no dig“, significativa per il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica – ha rimarcato il presidente e ad di BrianzAcque, Enrico Boerci –. Dopo alcuni interventi pilota, ora lavoriamo alla riabilitazione strutturale della grande infrastruttura fognaria, vecchia di quasi 60 anni e bisognosa di cure, che sarà preventivamente rimessa a nuovo, evitando l’apertura dei tradizionali cantieri a tutela del territorio e delle comunità".

"Se il nostro territorio si dimostra anche oggi all’avanguardia – ha detto il vicepresidente della Provincia di Monza e Brianza, Riccardo Borgonovo – è soprattutto grazie ad aziende pubbliche come BrianzAcque, che fanno dell’innovazione il proprio punto cardine, fra competenza ingegneristica e cura del benessere dei cittadini".

Dopo l’ avvio da Sovico lo scorso luglio, i lavori proseguono da nord a sud con basso impatto ambientale.

Attualmente, sono in corso tra i comuni di Biassono e di Vedano al Lambro.

La Provinciale 6 è coinvolta per un tratto di 4,3 chilometri (56% del progetto). Dei 7,6 chilometri totali di tubazioni da riqualificare gli altri 2,8, (poco più del 35%) si snodano all’interno del del Parco, dove il collettore entra da Vedano (via AmbrogioVilla) e prosegue su viale Cavriga, per finire in via Lecco, attraversando il Lambro.