BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Incubo e speranza. Pressing dei lavoratori contro i licenziamenti. Spiragli all’orizzonte

Flowserve ha deciso 61 tagli tra i 179 dipendenti a Mezzago ma ha anche assicurato di voler mantenere parte della produzione.

Incubo e speranza. Pressing dei lavoratori contro i licenziamenti. Spiragli all’orizzonte

Incubo e speranza. Pressing dei lavoratori contro i licenziamenti. Spiragli all’orizzonte

Dopo il pressing dei lavoratori alla Flowserve di Mezzago si apre qualche spiraglio. Anche se non bastano a cancellare il secondo picchetto ai cancelli di domani pomeriggio alle 14 contro i 61 licenziamenti su 179 dipendenti decisi dalla multinazionale americana che "esternalizza in India", ricorda Adriana Geppert (nella foto sotto) della Fiom Cgil-Brianza. L’azienda ha deciso di eliminare dal sito brianzolo la produzione di valvole per l’estrazione del petrolio e del gas. Ma un incontro di poche ore fa con la direzione è servito "a chiarire che altre attività resteranno in viale delle Industrie", aggiunge la sindacalista e pure che la proprietà non ha intenzione di lasciare il territorio, "hanno avviato trattative con i titolari dei capannoni per rinnovare il contratto d’affitto che scadrà a fine anno" altro indizio dell’intenzione di rimanere. Infine, i manager hanno chiesto alla casa madre di aumentare l’appannaggio per incentivare le uscite", sulle quali c’è un ulteriore paletto, "la clausola di non opposizione al licenziamento", che di fatto trasforma l’esodo in una scelta.

Primi risultati, ma non abbastanza per i metalmeccanici, che tornano a chiedere "il passo indietro – sottolinea Gloriana Fontana della Fim – e il ricorso agli ammortizzatori sociali per salvaguardare l’occupazione e il futuro del polo mezzaghese". A incrinare ancora di più i rapporti già abbastanza tesi, "i messaggi del Ceo a tutti i dipendenti, licenziandi compresi, in cui parla di un ottimo andamento delle attività e di una crescita prevista per il 2024 a due cifre - raccontano Fim e Fiom -. Le multinazionali, compresa questa, parlano di responsabilità sociale, di dialogo con i lavoratori e con i loro rappresentanti e poi buttano in mezzo a una strada decine di operai e impiegati e le loro famiglie".

Da qui un nuovo appello alle istituzioni "perché intervengano a sostegno della soluzione negoziale, come ha già fatto la Regione, durante l’audizione di inizio maggio". Se quello al centro della vertenza andasse in porto, sarebbe il secondo taglio netto all’organico, dopo quello del 2020 (45 posti saltati ai tempi del Covid). Qui, secondo il Gruppo resteranno gli attuatori, "altri componenti degli impianti per l’Oil&Gas". "Ci stanno rubando il futuro", dicono le tute blu che ogni giorno scioperano due ore. "Sono già state delocalizzate altre attività, il 90%, ma i risultati dell’operazione sono stati tutt’altro che brillanti, vista la scelta di oggi. A pagare il conto, però, non può essere il personale", ripetono Fim e Fiom. "Chiediamo al management della multinazionale americana, insieme alle forze sindacali e ai lavoratori, impegni precisi sul mantenimento del sito produttivo in Brianza, chiediamo alle istituzioni di esercitare sulla proprietà aziendale ancora più pressione affinché si trovino accordi industriali che riconducano Flowserve alle sue responsabilità", aggiunge Jenny Arienti, responsabile lavoro del Pd provinciale.