DARIO CRIPPA
Cronaca

Monza, la paura corre sui binari

Una serie di tragici eventi ferroviari dagli anni '40 al 1960

Un treno sbuffante

Monza, 12 marzo 2017 – In questa puntata di “Storie di Brianza” una serie di sciagure che hanno avuto come protagonisti treni e tram, dagli anni Quaranta fino al 1960. Fatti di cronaca per lo più dimenticati, sicuramente non epocali come altre che abbiamo già narrato e che ancora racconteremo, ma che abbiamo cercato comunque di salvare dal pozzo nero in cui spesso sprofonda la memoria. Perché ogni storia, e soprattutto ogni vita, per noi meritano di essere ricordate.

1941: MORTE AL LAVORO

Alle volte sotto un treno si può morire anche lavorando. Il 27 marzo del 1941 un manovale ferroviario, Beniamino Radaelli, 45 anni, nato a Usmate ma residente a Monza, si ritrova, dopo aver effettuato una manovra agli scambi, ad attraversare i binari in stazione. Un elettrotreno però, il N. 674 proveniente da Milano, lo travolge dilaniandolo orrendamente. Il povero manovale non lo aveva visto sopraggiungere perché la sua visuale era coperta da una motrice ferma sui binari.

1942: UN SEMAFORO ROTTO

Uno scontro tranviario accade il 14 febbraio 1942. È un venerdì, sono le 19.45, e in via Borgazzi, all’altezza di Casignolo, per colpa di un semaforo rotto un convoglio proveniente da Milano rimane fermo troppo a lungo in attesa. Alle sue spalle sopraggiunge però il treno successivo, che lo tampona, nonostante tenti disperatamente di frenare: motrice e rimorchio dei due convogli si scontrano. L’impatto causa un cortocircuito che provoca un principio di incendio, subito domato. In ospedale finiranno 26 passeggeri con lievi lesioni.

1942: UN DRAMMA PER GIOCO

Il pericolo, con i treni e non solo, è in agguato anche quando si gioca. Come si vedrà nella mortale sciagura a un passaggio a livello che si verifica a Monza il 18 luglio 1942. Sono le 16.30 circa quando al passaggio a livello, al chilometro 3.693, si trovano i fratelli Mario e Augusto Cambiaghi, rispettivamente di 6 e 13 anni.Dopo aver guardato a lungo una trebbiatrice al lavoro, fantasticando su chissà cosa, i due fratellini decidono di attraversare i binari passando sotto le sbarre. Non vedono però che proprio in quel momento da Molteno sta arrivando la littorina N. 108. I due bambini vengono travolti.

Il bimbo più piccolo riporta ferite lacero contuse al capo e al braccio sinistro, ma se la cava con 10 giorni di prognosi. Tutt’altro destino purtroppo invece per il fratello maggiore. Le sue condizioni si rivelano infatti da subito le più gravi: i bollettini medici parlano di esportazione della coscia sinistra, contusioni, ferite multiple. Gravissimo, Augusto Cambiaghi viene ricoverato in prognosi riservata, ma nella notte è destinato a morire.

1949: IL CONVOGLIO SI ROVESCIA

Il 10 maggio 1949, alle 7.45, un treno della linea 4043 della linea Monza-Molteno-Oggiono alla stazione di Monza ha un orribile incidente. Il settimo vagone, carico di operai, mentre si avvicina a passo d’uomo al cavalcavia si rovescia. Muoiono in due: Rino De Zotti da Villasanta, sposato da un mese, classe 1924, e Antonio Sangiorgi da Besana, classe 1912. Entrambi stavano appoggiati alla sbarra che dava sull’esterno aperto del vagone. Venti i feriti, tre gravi: fra loro Davide Fumagalli, 37 anni da Biassono, a cui deve essere amputata una mano

1960: A CAPOFITTO NEL FIUME

Sbaglia ad azionare uno scambio, un treno precipita nel fiume. Pauroso episodio (ma senza vittime) quello accaduto una domenica del 1960 allo scalo merci di Monza. Mentre si sta sistemando un convoglio composto da una decina di carri merci vuoti da mandare a marcia indietro su un binario morto, tre carrozze si ritrovano su un altro binario e sfondano il paraurti al limite della scarpata sopra il Lambro in via Visconti. La prima carrozza precipita in acqua, la seconda si ferma sulla scarpata e una terza deraglia rimanendo però in sede ferroviaria