
Il forno dell'inceneritore di Desio
Desio (Monza Brianza), 22 novembre 2018 - Sono Lega Nord e Movimento 5 Stelle, a livello nazionale come locale, a tenere banco nello scontro in atto sulla questione rifiuti e forni inceneritori. Con l’impianto di Desio che in Brianza, servendo un bacino di 250mila abitanti rappresentato dagli 11 Comuni soci (Desio, Limbiate, Cesano Maderno, Muggiò, Meda, Seveso, Nova Milanese, Varedo, Bovisio Masciago, Lentate sul Seveso, Solaro, ai quali si aggiunge la Provincia), è il grande protagonista sotto tutti i punti di vista: politico, economico, ambientale.
E mentre il Carroccio punta su mantenimento – ma senza rifiuti accolti dalle altre Regioni – sottolineando i benefici che ha l’impianto ad esempio nell’alimentare il teleriscaldamento; il M5S conferma la sua posizione fortemente, e storicamente, critica, puntando alla chiusura e alla riconversione. «La Lega di Monza e Brianza si è sempre schierata per il no all’ampliamento dell’inceneritore di Desio, operazione da sempre sostenuta dal PD – dice Andrea Villa, uno dei leader del Carroccio in provincia –. E continueremo a sostenere questa posizione, perché la Lombardia è in grado di smaltire i propri rifiuti e anche le altre regioni devono imparare a seguire strade virtuose, senza pretendere che siano sempre i lombardi ad accollarsi gli oneri delle loro inefficienze. Il futuro passa per l’aumento della raccolta differenziata, che oggi nella nostra provincia va oltre il 60%, ponendoci in posizione virtuosa sia in Lombardia che a livello nazionale. Oggi nella nostra regione solo il 10% dei rifiuti, dopo essere stati selezionati con la differenziata, viene bruciato».E Villa sottolinea come possano esserci risvolti utili, «a Desio l’incenerimento dei rifiuti si trasforma in energia con cui viene alimentato il teleriscaldamento, a cui sono collegati diversi edifici pubblici, come il centro internazionale di ginnastica ritmica appena inaugurato dal Coni».
I «grillini» invece puntano più sulla questione ambientale: «Il Comune di Desio ha interessi contrapposti – dice Sara Montrasio, capogruppo in consiglio – se da una parte è tenuto a tutelare i cittadini e la salute pubblica, dall’altra, come socio di Bea, si guarda bene dal metterle i bastoni tra le ruote. Ne è una prova la storia infinita dello studio epidemiologico: rimandato per anni da questa maggioranza, che pure l’aveva votato in consiglio comunale, ha poi avuto una falsa partenza nel 2016, fino a essere ‘commissariato’ da ATS Brianza, che di fatto lo ha trasformato in uno studio totalmente diverso e che non risponderà mai alla domanda iniziale, cioè se l’inceneritore di Desio crea problemi alla salute». Il M5S si è moilitato anche per capire da dove arrivino i rifiuti oggi bruciati nell’impianto di via Agnesi: «In questi giorni si parla molto dei rifiuti della regione Campania e a noi, come ai nostri concittadini – prosegue Montrasio – piacerebbe sapere da dove provengono i rifiuti che bruciano nel “nostro” inceneritore. Per questo, tramite il Comune, abbiamo chiesto e sollecitato a Bea il documento che riassume gli ingressi dei rifiuti dell’ultimo anno, ma nonostante il diritto dei consiglieri comunali ad avere accesso a questo tipo di atti, finora ci hanno rimbalzati. Né l’amministrazione comunale ha pensato di chiederlo a nome proprio, nonostante siano informazioni che loro per primi dovrebbero avere interesse a conoscere». «Applicando il ‘Modello Treviso’ – conclude il senatore Gianmarco Corbetta – a tutta Italia chiuderemo tantissimi inceneritori e discariche attraverso una strategia industriale che punta su raccolta differenziata di qualità, con la raccolta porta a porta , impianti di trattamento meccanico biologico, impianti recupero materia e riciclo, impianti di compostaggio. Anche io ho chiesto, alla Camera di Commercio, di avere i dati sulla provenienza, ma mi sono stati negati. Abbiamo il forte sospetto che molti arrivino, all’origine, da fuori regione».