Varedo, incendio all'ex Snia alla vigilia della bonifica

Troppi i dubbi sull’incendio delle duemila tonnellate di rifiuti stoccati illegalmente nell’area da recuperare

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Varedo (Monza) - Cosa c’è dietro l’incendio che si è scatenato ieri mattina all’alba all’ex Snia, una delle più grandi aree dismesse d’Italia, già toccata da inchieste della Direzione antimafia sul traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti, gestito da uomini contigui alla ‘Ndrangheta? Perché dare fuoco ai rifiuti stoccati illegalmente proprio ora, dopo oltre tre anni dal loro ritrovamento? E perché i rifiuti sono ancora sotto sequestro, visto che sono passati 38 mesi? Punti interrogativi a cui di certo l’Amministrazione comunale non sa dare risposte.

Non si dà pace il sindaco di Varedo Filippo Vergani, che con la sua Giunta già ieri mattina alle 6 era sul luogo dell’incendio, sostenuto dai messaggi dei suoi concittadini, così come dai sindaci e dagli assessori dei comuni limitrofi che lo hanno raggiunto sul posto. Una vicenda strana, iniziata ieri mattina poco dopo le 5.30, quando un edicolante, partito per il giro di consegna dei quotidiani, si accorge di una macchina in fiamme nell’area tra via Diaz e via Baracca, a pochi passi dalla recinzione dell’area Snia che si affaccia sul centro storico. Chiama i Vigili del fuoco che in pochi minuti spengono le fiamme, che nel frattempo si sono propagate su un’altra vettura parcheggiata. Sarà solo l’inizio del dramma. Dietro il muro di cinta inizia ad intravvedersi il fumo. Il vicesindaco Fabrizio Figini, che abita non distante, sente il frastuono di un botto, "ho pensato si trattasse di una sparatoria" e senza pensarci un attimo accorre in strada ancora in pigiama. Lo scenario però è ben diverso. Duemila tonnellate di rifiuti stanno andando in cenere nell’area Snia a nord-est, con ingresso da via Garibaldi, tra Varedo e Limbiate. Le colonne di fumo sono visibili a chilometri di distanza.

A metà mattina , il comandante dei Vigili del fuoco di Monza Davide Fratantonio dirà che "la parte interessata dalle fiamme ha coperto un’area di circa tremilametri quadrati. Le attività di indagine seguiranno appena ci sarà la possibilità". Senza parole anche uno dei proprietari dell’area, Gabriele Sabatini: "Il fuoco si è propagato moltissimo, non era un materiale così semplice da incendiare". Tra l’altro è di pochi giorni fa una nota della Direzione distrettuale antimafia presso la Procura della Repubblica di Milano con la quale si richiede alla Polizia locale di Varedo, mettendo a conoscenza anche la Prefettura di Monza e Brianza, di avere informazioni inerenti il cronoprogramma per lo smaltimento da parte della società proprietaria degli immobili per procedere al dissequestro. E proprio ieri mattina alle 8, come da programma, le ruspe avrebbero dovuto entrare in azione per rimuovere tutte le barriere create dai balordi passati da quelle parti.