
La Enrico Carnelli di Monza
Monza, 17 maggio 2015 - La più "vecchia" è la Enrico Carnelli di Monza (fondata il primo gennaio del 1903 e che ancora oggi ha la sua insegna nella centralissima in via Italia), la più "giovane" (si fa per dire) è la Cooperativa di consumo fra operai e contadini di Lentate sul Seveso, creata il 21 aprile del 1918.
Sono 12 le imprese della Brianza che hanno "fatto la guerra" (in Italia sono 362). Attività nate prima o durante il conflitto bellico del 15/18 e sopravvissute sino ai nostri giorni.
A contarle ci ha pensato la Camera di commercio di Monza e Brianza. "Dodici imprese - precisano dalla Camera di commercio - che da allora non hanno cambiato il loro nome e non hanno nemmeno modificato la ragione sociale (ad esempio passando da cooperative a srl o da srl a spa)". Sono infatti molte di più le aziende che fondate prima del 1918 (anno di conclusione della Prima Guerra Mondiale) sono arrivate ai nostri giorni con un’altra denominazione ma "diventerebbe difficilissimo ricostruirne il percorso per tutte", aggiungono dall’ente camerale.
Le altre 10 imprese sopravvissute sono: la Banca di Credito cooperativo di Carate Brianza (fondata il primo maggio 1903), la Giorgio Janeke di Veduggio con Colzano (19 dicembre 1905), l’Impresa ing. Galbiati di Monza (24 novembre 1908), la società Figli di Geremia Bollani di Vimercate (21 dicembre 1913), la Giacomo Garbagnati di Monza (7 dicembre 1907), la Cooperativa di consumo fra operai ed agricoltori di Robbiano di Giussano (10 ottobre 1909), la Società cooperativa agricola di Cogliate (3 settembre 1911), il Circolo cooperativo Sacra famiglia di Aicurzio (29 ottobre 1910), la Società cooperativa edificatrice cattolica San Fruttuoso di Monza (18 aprile 1915) e la società Acqua potabile di Bovisio (10 ottobre 1907).
"Le imprese storiche hanno fatto della tradizione un punto di forza per la loro competitività, contribuendo alla crescita del sistema imprenditoriale - ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza - grazie al loro saper fare hanno partecipato alla diffusione del made in Brianza in Italia e nel mondo portando benessere e occupazione: abbiamo il dovere di salvaguardarle e sostenerle".