
Massimiliano Belotti, titolare della Fredo
Monza, 3 aprile 2015 - Di solito sono le imprese italiane a voler scappare in Svizzera. Questa volta invece è un’attività del Canton Ticino a voler venire in Brianza. Proprio così. Oggi se ne parla un po’ di meno, ma fino a un anno fa sembrava la moda del momento: spostare le aziende «tricolori» nella confederazione elvetica: meno tasse, meno burocrazia e addirittura tappeti rossi per chi lo faceva. Tanto che erano nati dei veri e propri «tour operator» che organizzavano pulmini per portare gli imprenditori italiani al di là delle Alpi per toccare con mano i vantaggi offerti dai Comuni elvetici. Quanti poi, oltre i proclami, l’abbiano effettivamente fatto è tutto da vedere.
Qui invece c’è un’azienda di Cadenazzo (distretto di Bellinzona) che vuole venire in Brianza. È la Fredo. Fa mostarde artigianali. Ma non solo. Frutta candita e marmellate. «Buonissime», a detta di chi le ha assaggiate. Un’impresa storica. Nata nel 1890 e rilevata, nel 1992, dalla famiglia Belotti. Ma perché allora venire in Italia? E in Brianza? «Perché i nostri clienti ci chiedono il “made in Italy”. E per fare il made in Italy devi avere la produzione in Italia, naturalmente», spiega Cristina Bovati compagna di Massimiliano Belotti, titolare della Fredo, che con lui porta avanti l’attività. Le mostarde e i prodotti della Fredo sono venduti in Svizzera ma il 50% viene esportato principalmente in Italia, Germania e Russia «anche se le ultime vicende hanno penalizzato questo mercato», spiega Cristina Belotti che aggiunge: «Tutti apprezzano i nostri prodotti, ma nel mondo, anche in questo campo, ci chiedono il “made in Italy”. E noi che abbiamo il 99,9% dei nostri fornitori, materie prime in particolare, in Italia non possiamo però fregiarci di questo marchio perché non abbiamo qui la produzione, per questo stiamo cercando di portarla in Italia. Abbiamo 5 certificazioni di qualità, ma la gente ci chiede il made in Italy».
E le tasse? E la burocrazia? «Per noi il fatto di essere in Svizzera, un Paese fuori dall’Unione Europea, comporta il pagamento di dazi doganali elevati su esportazioni. Costi notevoli anche per le importazioni provenienti dall’Italia e sulle certificazioni sanitarie necessarie per far varcare i confini fra Svizzera e Italia».
Ora, anche con il supporto dello Sportello Punto Nuova Impresa (servizio gratuito della Camera di commercio di Monza e Brianza in collaborazione con Formaper al quale nei primi tre mesi del 2015 si sono rivolti più di 110 aspiranti imprenditori) la Fredo ha aperto una sede commerciale a Monza e sta cercando dei locali per stabilirci la produzione. «Pensiamo a 500-600 metri quadrati, ci piacerebbe con laboratorio a vista. Vedremo». A lavorare alla Fredo sono in pianta stabile Cristina e Massimiliano «ma altre persone si aggiungono nei momenti di picco visto che la nostra è una produzione stagionale». Ma non ci sono solo fattori economici e di business nella scelta della Brianza. «Monza è la città in cui vivo e dove ho lavorato nell’azienda di truciolati per legno di famiglia», spiega Cristina Belotti.
Ma adesso per la Fredo è il momento di pensare a Expo «nel cui ambito abbiamo programmato alcuni incontri», dice Cristina. E proprio in omaggio all’Esposizione universale che inizierà fra un mese a Milano, la Fredo ha creato le «mostarde d’Italia». «Abbiamo suddiviso lo Stivale in 7 territori e abbiamo creato mostarde adatte ai prodotti tipici come, ad esempio, la mostarda del panettone (una confettura leggermente piccante a base di frutta fresca) o quella del Vulcano (con mele annurche o limoni di sorrento)».