Il voto diviso fra tradizioni e novità "Le persone meglio dei politici-star"

Il sindaco di Monza Paolo Pilotto analizza l’esito delle Amministrative nei sette Comuni della Brianza

Il voto diviso fra tradizioni e novità  "Le persone meglio dei politici-star"

Il voto diviso fra tradizioni e novità "Le persone meglio dei politici-star"

di Martino Agostoni

"In questa tornata elettorale, con quasi 600 comuni al voto, mi è sembrato avere un forte peso l’identificazione con il candidato sindaco rispetto alla sola appartenenza politica, in particolare dove non si è andati al ballottaggio. In Lombardia ci sono state tante riconferme importanti al primo turno come a Sondrio per il centrodestra o a Seregno per il centrosinistra".

È il sindaco di Monza Paolo Pilotto a fare un’analisi del voto dopo le comunali che in Brianza hanno rinnovato 7 amministrazioni con il risultato di un ballottaggio a Nova Milanese, un comune al centrosinistra con la riconferma di Seregno e 5 comuni al centrodestra con i ribaltoni a Brugherio e Macherio e le riconferme a Carate, Lazzate e Cogliate.

Sindaco Pilotto, anche in Brianza molti elettori hanno espresso un voto mirato sui candidati, ma altrettanti non sono andati a votare.

"Quest’anno, più che l’anno scorso, mi sembra che ci sia stato un maggiore legame tra chi va a votare e la figura del sindaco votato. Assieme a questo, al contrario, ci si scontra con un forte astensionismo che è una preoccupazione seria: quando però non c’è astensionismo è perché prevale la fiducia verso le persone candidate e la loro squadra".

Seregno e Brugherio sono stati i maggiori comuni al voto in Brianza e hanno dato risultati opposti: cosa ne pensa?

"Su Seregno osservo che il sindaco Rossi ha lavorato bene, ha fatto una campagna elettorale equilibrata, mai aggressiva e secondo me è riuscito a rassicurare l’elettorato, anche quello non schierato. Inoltre, anche se non era un campo larghissimo, la coalizione che ha sostenuto Alberto Rossi ha tenuto insieme Pd, Terzo Polo e le civiche".

E a Brugherio dove invece non c’è stata riconferma per il centrosinistra?

"Non so quanto abbiano influito casi come il T-Red o altre questioni cittadine, ma dall’esterno dico che presentarsi con schieramenti diversi non paga. La divisione di parte dell’ex giunta ha reso meno forte la proposta elettorale".

Come vede i risultati negli altri comuni brianzoli?

"Ci sono state riconferme di persone, ma anche di alcune tradizioni, come nel caso di Lazzate con Andrea Monti. A Carate e Cogliate penso ci sia stata una conferma del principio che, se la cittadinanza sta bene e non ci sono conflitti, si rivota lo stesso sindaco. Mentre a Macherio penso che emerga l’elemento della novità rispetto agli elementi della persona conosciuta da tutti, sempre presente da tanti anni, come nel caso della sindaca uscente: una proposta nuova ha messo in gioco i sentimenti degli elettori".

Nel 2024 i comuni che andranno al voto in Brianza saranno una trentina: come cambierà la geografia politica della provincia?

"Rispondo guardando cosa è accaduto nel recente passato. Circa 15 anni fa, su 55 comuni della Brianza la netta maggioranza era orientata verso il centrodestra con le eccezioni di aree precise come il Vimercatese o Cesano. Intorno al 2015, da presidente provinciale del Pd, ho visto raggiungere un equilibrio tra i due schieramenti. Mentre negli ultimi anni vedo un ritorno al voto verso il centrodestra".

Perché?

"C’è l’effetto traino della politica nazionale, sempre più mediatica e condizionata dall’ascendente dei politici-star. Ma c’è anche il riconoscimento del valore delle persone del territorio, di chi è stimato e ha capacità nella propria comunità: e questo fa la differenza quando emerge. Rispetto a questi due elementi, penso invece che in questo periodo abbia meno influenza l’appartenenza ideologica, altrimenti non credo ci sia tutto questo astensionismo".