Monza – Studenti e professori: la relazione è per sempre. Il sindaco di Monza Paolo Pilotto, già docente del liceo classico Zucchi, si ritrova a celebrare il matrimonio civile dei suoi ex studenti.
Che effetto le fa celebrare le nozze di ragazzi che ha visto crescere sui banchi di scuola?
"L’altro giorno ho celebrato le nozze di un mio ex alunno, subito dopo ho incontrato una mia ex alunna, organizzatrice di una mostra in Villa Reale, e a seguire un altro mio studente al Consorzio cooperative lavoratori. Più di una volta ho unito in matrimonio i miei ex alunni e ogni volta c’è la soddisfazione di partecipare al cammino di una persona che hai visto crescere. Segui la scelta della scuola superiore, quella dell’università e partecipi al matrimonio: ti senti partecipe della loro vita".
Che cosa resta dopo la maturità del rapporto scolastico?
"Spesso sono loro che ci cercano, oppure ti fermano per strada: “Prof, si fermi, le volevo presentare i miei figli“. Se la scuola in cui vai ti piace e se l’insegnante non si accontenta di spiegare la pagina del libro, gli allievi lo sentono. La scuola è frutto di una scelta, sia per gli insegnanti sia per gli alunni e quando il rapporto è per metà cultura e per metà relazione, allora diventa cemento che ti lega per la vita".
Qual è la ricetta per stare bene a scuola?
"La magia della scuola nasce quando non è una nursery, ma un rapporto umano corretto, fatto non solo di competenze, ma che ti fa sentire te stesso a scuola. Ricordo per esempio il professor Fausto Fiumi, mancato poche settimane fa, che insegnava latino e greco allo Zucchi. Aveva una tale conoscenza, competenza, amore e passione per il mondo latino e greco che cominciava a raccontare e poi faceva i confronti con il mondo e la realtà attuale. E gli allievi rimanevano incantati".
Come scegliere le superiori?
"Consiglio di confrontarsi con gli adulti e i docenti della scuola media, e poi con le proprie inclinazioni, chiedendosi: cosa sono disposto a fare per riuscire? Se il percorso è impegnativo e in più, confligge con le proprie inclinazioni diventa insopportabile. Se invece sono consapevole che è impegnativo e sono disposto a lavorarci, allora può essere vincente".
Quali errori evitare?
"Non bisogna giudicare le prospettive troppo presto. Può succedere di fare il liceo classico in 7 anni. Non era la scelta giusta? Non è detto. Se si lavora con impegno per 7 anni al liceo, può accadere poi di laurearsi in anticipo, recuperando all’università il tempo non perduto, ma investito in crescita. Ai genitori raccomando: non eccedete nelle proiezioni sui vostri figli, loro non sono l’estensione delle nostre aspettative nella vita. L’eccesso di proiezione crea disorientamento, perché i ragazzi non trovano il loro modo di essere, ma la proiezione degli adulti su di loro".