
Maurizio Bono promuove servizi e sicurezza, l’altruismo, la Villa Borromeo e il suo parco. E la residenza di Berlusconi: "Da qui, al suo fianco, sono passati tutti i grandi della terra, Gorbaciov e Putin".
"Vivo qui da 16 anni e non cambierei posto per niente al mondo". Maurizio Bono, sindaco di Arcore, ha scelto di trasferirsi in questo scorcio di Brianza quando si è sposato, 16 anni fa.
Il luogo ideale per mettere su famiglia? "Esattamente. Abitare qui è bellissimo. Il borgo è piccolo, incastonato nel verde, a metà strada fra Milano, Lecco e Bergamo, ci sono le feste di classe dei bambini. L’ideale, la qualità, è ovunque. Un rischio c’è, ed è che si trasformi in un dormitorio. Lavoriamo ogni giorno per scongiurarlo. Abbiamo ottime basi: servizi e sicurezza. Qui tutti si danno da fare per aiutare chi è in difficoltà e poi ci sono la Villa Borromeo e il suo parco meraviglioso".
Tutto perfetto? "C’è molto. Dalla logistica, con il treno si arriva a Milano in tempi ragionevoli senza impazzire e senza viverci. Lo stesso vale per Monza. Non faremo il grande salto di dimensione, le previsioni del Piano di governo del territorio ci vedono in crescita fino a 20mila abitanti. Uno sviluppo fisiologico e sostenibile".
Ci sono anche grandi imprese. "La loro storia è andata di pari passo con quella della città. Penso a Peg Perego in crisi oggi, ma istituzioni, sindacati e la stessa azienda sono al lavoro per dare un futuro al personale e al marchio che ha portato Arcore in giro per il mondo".
Anche il presidente Berlusconi. "Assolutamente. Credo che nessuno pensi ad Arcore senza che la mente corra a lui. Lo tocco con mano ogni volta che partecipo a un incontro, quando dico da dove arrivo, si girano tutti. Merito suo. Credo che avrebbe fatto di più per la comunità, se solo gliene avessero dato l’opportunità. Da qui, al suo fianco, sono passati tutti i grandi della terra: Gorbaciov, Putin".
La forza della città? "I nostri servizi, soprattutto per giovani e pensionati. Investiamo su queste fasce rifacendo scuole e impianti sportivi e ideando risposte nuove a bisogni emergenti: tanti ‘over’ sono completamente soli. L’altra sfida per noi è la Casa della comunità con un centro anziani con parrucchiere e pista da ballo, l’assistenza sanitaria è in primo piano, ma senza qualità della vita non basterebbe. Abbiamo organizzato Arcore Estate, cartellone per chi resta in città, magari senza parenti. Vedo le persone felici e questo mi ripaga di tutti i sacrifici".
La sua anima? "La stazione, la nostra porta sul mondo. La volle il conte Casati, ministro del regno. Ci permette di rimanere quel che siamo e di far venire qui milanesi, monzesi, lecchesi. Tanto più che in Villa c’è la mostra dei capolavori di Brera confiscati a un evasore: un autentico tesoro. In futuro, ci sarà il Museo Gilera, avrà un’eco internazionale".
Altri selfie dopo quelli in Villa? "Sicuramente. Ville Aperte ci ha aiutato a far conoscere il nostro gioiello al grande pubblico".
Bar.Cal.