Il senso di Carlo per il ghiaccio Premiato dall’Università Bicocca

Professore associato del dipartimento di Scienza dei Materiali, a lui va il riconoscimento per la ricerca

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di Sonia Ronconi

Carlo Antonini vince il premio “Giovani talenti“ dell’Università Bicocca per i ricercatori under 36. Ha 38 anni è sposato, ha due figli, di 14 e 11 anni, ed è vicepresidente di Raggiungere OdV, associazione italiana di famiglie e persone con disabilità agli arti attualmente professore associato del Dipartimento di Scienza dei Materiali.

Antonini ha ricevuto il prestigioso riconoscimento per i suoi importanti lavori sperimentali, e relative interpretazioni fisiche, riguardanti l’interazione fra le interfacce di liquidi e la superficie di un solido. "Nella vita quotidiana il ghiaccio può rendere complesse operazioni semplici, come camminare o guidare su una strada ghiacciata durante l’inverno – spiega – . Gli stessi problemi si verificano su più larga scala nella gestione di strutture e sistemi che operano in regioni fredde, come linee aeree di trasporto dell’energia elettrica, antenne, ponti, e per il settore aeronautico e aerospaziale. Mi occupo di studiare come i liquidi, in particolare l’acqua, interagiscono con i materiali e le loro superfici, con l’obiettivo di sviluppare materiali anti-ghiaccio o, come li chiamiamo nel nostro gergo scientifico, ghiacciofobici, cioè che hanno paura del ghiaccio". Rientrato in Italia nel 2018, dopo sei anni a Zurigo, ha trovato nel Dipartimento di Scienza dei Materiali all’Università di Milano-Bicocca l’ambiente ideale per la sua attività di ricerca.

"I miei studenti hanno già un contratto in mano il giorno della seduta di laurea. Sono diventato uno scienziato perché ero uno di quei bambini che fastidiosamente chiedeva sempre perché. La scienza mi ha permesso di trasformare un’inclinazione naturale in un lavoro, perché sono una persona con disabilità (mancanza congenita avambraccio destro) e mi sono reso conto, a posteriori, che la mia diversità è stata un punto a mio vantaggio. Spesso mi sono trovato a fare le cose a modo mio, trovando soluzioni diverse dagli altri. Non sono quindi scienziato nonostante la disabilità, ma lo sono anche grazie alla mia disabilità".