Il ricatto a Berlusconi. La “fuga“ della papi girl

Raissa Skorkina chiamata come testimone nel processo contro Giovanna Rigato "Sono all’estero, torno tra un anno", ma per i giudici a febbraio dovrà essere in aula.

Il ricatto a Berlusconi. La “fuga“ della papi girl

Il ricatto a Berlusconi. La “fuga“ della papi girl

Dovrà presentarsi in aula, quantomeno con un collegamento da remoto, Raissa Skorkina, una delle tante papi girls che sono state anche testimoni nel processo Ruby. La donna è stata convocata dalla Procura per essere sentita al processo al Tribunale di Monza che vede l’ex concorrente del Grande Fratello Giovanna Rigato, ritenuta una delle ex Olgettine di Berlusconi, imputata di tentata estorsione ai danni dello scomparso senatore di Forza Italia. Introvabile al suo indirizzo in Italia, Raissa è stata rintracciata attraverso un indirizzo email ma ha risposto che si trova per studio e lavoro in una non meglio indicata località all’estero, dove rimarrà per almeno un anno, che non ha niente da aggiungere a quello già dichiarato nell’inchiesta Ruby e che può presentarsi a Monza solo se le verrà pagato il viaggio e l’hotel. Il pm ha quindi chiesto di acquisire al processo le sue dichiarazioni e si è associato anche l’avvocato Giorgio Perroni, difensore di parte civile che, dopo la morte del Cavaliere, rappresenta gli eredi di Berlusconi. Si è opposto, invece, l’avvocato dell’imputata, Stefano Gerunda. Il Tribunale ha confermato che la testimone (che sui social intanto ha pubblicato foto di località esotiche) deve presentarsi alla prossima udienza fissata a febbraio, pena il pagamento di una multa a favore della Cassa delle ammende e che la legge prevede comunque il rimborso delle spese di viaggio e, in caso di motivata impossibilità a presentarsi, si può ricorrere al collegamento da remoto. Tra le testimoni chiamate invece dalla difesa di Giovanna Rigato al processo ci sono anche altre ex presunte Olgettine, tra cui la stessa Ruby.

La Rigato è accusata di avere chiesto a Berlusconi prima 500mila euro, poi diventati un milione, in un incontro nella villa di Arcore del Cavaliere, che già le versava 2-3mila euro al mese. La ex gieffina, come altre ragazze, lamentava pregiudizi di immagine patiti per essere stata coinvolta nei processi a carico di Berlusconi. Il Cavaliere si era costituito parte civile al dibattimento, ma per due volte aveva ‘snobbato’ i giudici monzesi. Alla prima udienza del dibattimento la difesa del presidente di Forza Italia aveva giustificato l’assenza a testimoniare della parte civile con problemi di salute, spingendo il pm a ribattere che quei problemi non gli impedivano però di recarsi a vedere le partite della sua squadra - il Monza calcio - allo stadio. La seconda volta l’impossibilità a presentarsi era stata giustificata dal suo ruolo di senatore. Il Tribunale lo aveva comunque riconvocato perché i giudici volevano sentire dalle sue parole in quale modo si fosse sentito minacciato dalla richiesta dell’imputata. Ma nel frattempo il Cavaliere lo scorso giugno è deceduto. Ieri i giudici hanno acquisito la denuncia nei confronti di Giovanna Rigato presentata nel 2016 dall’allora avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini e confermata dal Cavaliere.