
Dopo il riscatto sociale attraverso la sua Arte, che gli è valsa la grazia del Presidente della Repubblica, arriva una serie di opere ispirate alla Sacra Sindone. Quattordici tele in cui Santi Sindoni, 68 anni, originario di Barcellona Pozzo di Gotto e ora domiciliato a Triuggio, attraverso una fusione di arte, scienza e spiritualità, sfida il concetto tradizionale di rappresentazione sacra, portando un messaggio di redenzione e spiritualità nell’era moderna. Figlio di un pescatore e una contadina, all’anagrafe Santo Carmelo Salvatore Sindoni, incappa negli anni Duemila in una condanna del Tribunale di Varese a 24 anni di reclusione per droga ed estorsione. Dopo l’arresto, è detenuto prima a Opera e poi a Bollate, dove realizza dei murales, poi vince il concorso per affrescare un’aula del Palazzo di Giustizia di Milano, che l’ha giudicato colpevole. Tra indulto, lavoro all’esterno e riduzioni di pena per buona condotta, ottiene prima la semilibertà nel 2008 e nel 2015 viene scarcerato. Ma sulle sue spalle resta una multa da 125mila euro e soprattutto il divieto di espatriare per diffondere la sua pittura anche fuori dai confini italiani. Finché riceve il provvedimento di grazia perché è stato capace di vivere la sua dimensione artistica come possibilità riparativa per l’errore commesso, devolvendo in beneficenza a favore di compagni detenuti meno abbienti e dell’Istituto Oncologico il ricavato di alcune opere vendute all’asta. La produzione artistica di Santi Sindoni non si è mai fermata. Dal progetto denominato “Memorie del Tempo”, legato a problematiche di una società che desidera con forza un cambiamento del nostro sistema giudiziario, che sta girando in mostra in Italia e all’estero, dopo avere donato alla città di Palermo ed esposto a Catania e nell’aula magna dell’Università La Sapienza di Roma un dipinto omaggio ai giudici Falcone e Borsellino, ora il Maestro Sindoni affronta temi di redenzione partendo dalle ferite impresse sulla Sacra Sindone e dalla sofferenza umana. "Cristo è morto per noi, per lavare i nostri peccati, ma l’uomo continua a organizzare guerre, inquinare il mondo e sfruttare ogni cosa pur di avere potere e denaro - spiega - Questi individui, che perseverano per seguire il Nulla, quindi il male, altro non fanno che creare problemi non accettando la parola del Cristo. Un individuo che agisce ignorando e disprezzando ogni forma di vita risulta privo di coscienza. Il messaggio che porto attraverso le opere sulla Sindone è un invito affinché l’umanità si appresti a curare le ferite di Cristo per poi cancellare il peccato ponendo attenzione sul Sé, in cui regnano la Luce e il Cosmo".
Stefania Totaro