Il “peso“ dell’innovazione Le sfide mondiali di Salmoiraghi "Muoviamo l’industria da 60 anni"

Il compleanno del gruppo leader nel settore dell’automazione nato a Monza col boom del Dopoguerra. Un’azienda famigliare con 80 dipendenti e un fatturato di 18 milioni di euro prodotto per il 95% con l’export.

Il “peso“ dell’innovazione  Le sfide mondiali di Salmoiraghi  "Muoviamo l’industria da 60 anni"

Il “peso“ dell’innovazione Le sfide mondiali di Salmoiraghi "Muoviamo l’industria da 60 anni"

di Marco Galvani

"Nel 1975 il direttore della Snia di Napoli mi telefona e mi dice “Salmoiraghi, lunedì i miei operai si mettono in sciopero perché sono stanchi di muovere le bobine a mano. Bisogna inventarsi qualcosa. Pensaci e proponi“. In quel momento è nato il primo doffer semi-automatico che poi col tempo è diventato sempre più sofisticato sino alla macchina di oggi da 24 bobine e 400 chili di carico". Sandro Salmoiraghi, fondatore e presidente dell’omonimo gruppo leader nel mondo nel settore dell’automazione, riavvolge il nastro della storia della sua "media azienda famigliare". Perché "senza un passato è difficile costruire un futuro".

E lui il futuro nel suo passato l’aveva già intravisto da bambino, quando nel 1944, nel pieno della Seconda guerra mondiale sentiva i bombardieri diretti a colpire la Germania e spesso per controllare la rotta lanciavano bengala appesi a piccoli paracadute: "Quando ne trovavo uno a terra lo liberavo dalla scatoletta del bengala e ci giocavo con i soldatini di piombo a fare i paracadutisti – racconta Salmoiraghi –. Ecco, quei piccoli paracadute erano “Roba chimica“, come disse mia mamma. Era il mio primo incontro con il nylon. Vent’anni dopo, mi ritrovai a costruire il primo sistema di produzione". Il resto sono 60 anni di storia: dal 1963 a oggi nel segno dell’innovazione: "Abbiamo sempre anteposto al puro calcolo economico la voglia di fare e fare bene, di trovare idee e saperle realizzare". Tanto che oggi la Salmoiraghi è un’impresa che fattura 18 milioni di euro (il 95% di export) ed è presente in 18 Paesi nel mondo, con 195 sistemi completi di automazione realizzati, 2.300 doffer operativi che ogni giorno movimentano più di 2.800.000 bobine di filato sintetico e 52 brevetti internazionali registrati in 60 anni. Con la testa e il cuore sempre a Monza, nel quartier generale lungo viale Stucchi dove lavorano 60 dipendenti e un’altra ventina a Biassono tra settore progettazione, montaggi e collaudi. Perché "ogni macchinario Salmoiraghi è un abito su misura", conferma Matteo Parravicini, amministratore delegato di Parà, storico cliente dell’azienda guidata da Sandro Salmoiraghi insieme con i figli Antonella e Giorgio.

"Radici locali esportate ovunque nel segno dell’innovazione e dell’internazionalizzazione", le parole di Alessandro Spada, presidente di Assolombarda. A conferma che "la storia della Salmoiraghi è la storia del nostro Paese – l’orgoglio di Alberto Marenghi, vice presidente di Confidustria –. Di un Paese da ricostruire con passione e tenacia dopo la guerra, rimboccandosi le maniche". "Lavoriamo in un campo aperto – conclude Salmoiraghi –, le tecnologie di cui disponiamo oggi ci aprono prospettive che ancora non conosciamo bene, ma visto che in passato abbiamo saputo cogliere le opportunità che si presentavano, altrettanto faremo in futuro".