
Il patto contro la violenza. Rinnovato il Protocollo Zeus. La cura che ferma la spirale ha bloccato 52 casi a rischio
È stato firmato ieri in Comune il protocollo di collaborazione per la realizzazione di spazi d’ascolto per persone che hanno ricevuto l’ammonimento del questore per atti persecutori, violenza domestica, bullismo e cyberbullismo. Una sperimentazione che ha dato buoni frutti, visto che tutti gli aderenti al percorso ((l’81% delle persone a rischio) non hanno dato seguito a questi atti. E così dalla sperimentazione si passa alla gestione quotidiana.
Hanno siglato il documento il sindaco Paolo Pilotto, il questore Salvatore Barilaro e il presidente del Cipm, Paolo Giulini. Presente anche l’assessore a Salute Welfare Egidio Riva. Viene quindi rinnovato il Protocollo Zeus siglato il 7 marzo 2023 tra Questura e Cipm (Centro italiano premiazione della mediazione) per la presa in carico degli autori di comportamenti violenti in fase iniziale. Da quando è stato sottoscritto il Protocollo Zeus (marzo 2023) sono state 64 le persone ammonite in Monza e Brianza (53 nel 2023, 11 a gennaio 2024): di queste, 52 (81%) hanno aderito ai percorsi trattamentali con le psicologhe e psicoterapeute del Cipm e nessuna ha recidivato; 6 (11%) dei 12 ammoniti che non hanno aderito ai percorsi, sono stati denunciati per gli stessi reati. Per chi si sottopone al trattamento con esito positivo, dopo tre anni l’ammonimento può essere revocato. Nella provincia di Monza e Brianza da aprile 2019 (istituzione della Questura di Monza e della Brianza) al 27 gennaio 2024 sono stati 163 i soggetti ammoniti, 80 per atti persecutori e 83 per violenza domestica. Il documento è stato aggiornato alle recenti modifiche legislative: il questore può emettere un ammonimento per i minorenni, ultraquattordicenni, che abbiano commesso atti di bullismo verso altri minori (prima era previsto solo per cyberbullismo, in rete o sui social network). Il protocollo scatta in caso di ammonimento da parte del questore (entro le 72 ore dalla condotta lesiva). È un’ azione formale volta a far sapere a chi ha maltrattato la compagna o si è comportato da bullo a scuola che le forze dell’ordine lo sanno e sono consapevoli del rischio di reato. L’autore viene chiamato, riceve l’ammonimento e viene informato dai funzionari della Divisione anticrimine della Questura della presenza di centri specializzati che offrono un percorso finalizzato alla responsabilizzazione e consapevolezza delle condotte tenute.
"Per gli adulti, difficilmente si può parlare di cambiamento – spiega Paolo Giulini, docente di psicologia all’Università Cattolica – ma possono imparare a contenersi e gestire l’impulso alla violenza". "La capacità di intervenire sui comportamenti nella fase iniziale del ciclo della violenza – sottolinea il sindaco Pilotto – aiuta le istituzioni ad interrompere la spirale che può far degenerare gli atti persecutori". Il Comune riconferma la disponibilità ad offrire al Cipm gli spazi per i colloqui presso i centri civici e mantiene il coordinamento e il monitoraggio dell’attività in raccordo con le progettazioni già attive sul territorio. In più, si impegna a costituire una cabina di regia per coordinare gli interventi a favore dei minori. Questa procedura rientra nella strategia di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza di genere, messa in atto su tutto il territorio nazionale dalla Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato in collaborazione tra questure, comuni e centri specialistici.
"La sottoscrizione del rinnovo del protocollo Zeus – ha detto il questore Barilaro – testimonia l’importanza di un approccio multidisciplinare alle condotte degli atti persecutori, della violenza domestica e del bullismo. La Polizia di Stato continuerà il percorso di interazione e collaborazione con le altre istituzioni del territorio nell’ambito della violenza domestica e di genere, per implementare l’azione di prevenzione rispetto a quella repressiva". Nel 2018 il Cipm ha sottoscritto il primo Protocollo Zeus con la Questura di Milano, come ricorda il professor Giulini. L’intenzione era di sperimentare una nuova prassi di intervento che potesse intercettare le situazioni a rischio di escalation delle condotte lesive e quindi intervenire precocemente con un’efficace azione di prevenzione e contenimento, in tema di violenza domestica e di genere. Ad oggi sono stati firmati 29 Protocolli Zeus in tutta Italia.