Monumenti, statue e architetture che nel corso del Novecento hanno provocato polemiche e proteste. Opere che sono state vandalizzate, a volte perfino rimosse. È quanto propone la mostra “Patrimonio dissidente“ dell’artista Cosimo Veneziano, allestita negli spazi del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone. Fino al 6 ottobre si potranno scoprire fotografie rielaborate artisticamente che raccontano con sguardo critico il patrimonio monumentale e l’identità culturale, assieme al loro cambiare con il mutare delle sensibilità e della società. L’esposizione parte da 14 foto rielaborate con un trattamento manuale di coloritura ad anilina, allestite su casse di legno solitamente usate per spedire le opere d’arte, e prosegue con una fotografia dell’affresco “Apoteosi del fascismo“ di Montanarini, che invita a riflettere sui continui mutamenti della storia. Ci sono poi bozzetti elaborati dall’artista e stampati su lastre in gres, che mostrano come i monumenti e il loro ruolo cambino in relazione al contesto.
Tra le opere fotografate, la stele di Axum, il Bigio di Brescia, il monumento a Indro Montanelli nei giardini di via Palestro a Milano e la statua di Lenin a Kiev rimossa nel 2015 dopo le proteste dell’Euromaidan, la statua di Colombo abbattuta a Rhode Island e quella del mercante di schiavi Edward Colston, finita nelle acque del porto di Bristol nel 2020, additate come simboli del colonialismo. Non mancano monumenti controversi dedicate a figure femminili, come la Violata ad Ancona e la scultura dedicata all’attrice Manuela Arcuri a Porto Cesareo.
F.L.