Il passeggino? Utile e pure di design Eleonora sogna il Compasso d’Oro

Praticità e bellezza seguono linee essenziali, accorgimenti per semplificare l’utilizzo e sostenibilità. Così il prodotto realizzato dalla giovane cesanese è in finale al prestigioso premio mondiale

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di Gualfrido Galimberti

Tutti conoscono il passeggino, i genitori sanno bene quanto sia indispensabile nella quotidianità. Eleonora Macrì, trentottenne di Cesano, all’utilità e alla praticità ha aggiunto anche il bello trasformandolo in un oggetto di design: ora è finalista del prestigioso concorso del Compasso d’Oro. Si tratta del più storico e autorevole premio organizzato dall’Associazione per il design industriale. Un premio di portata mondiale, che è finito sul tavolo dei più grandi designer o che, al contrario, ha fatto scoprire i giovani talenti. La lunga storia del concorso è fatta di lampade innovative, divani, sedie, qualche automobile, tutti beni passati ormai alla storia. La giovane designer cesanese è arrivata tra i finalisti del concorso grazie a un altro oggetto della quotidianità che tutti, soprattutto i genitori, conoscono perché indispensabile: il passeggino. Lei ha compiuto un passo in più: non solo utile e pratico, ma anche bello. È un cambiamento culturale che si accompagna al lungo percorso compiuto dalla designer brianzola.

"Ho sempre avuto la passione per il disegno – racconta – tanto da non aver dubbi quando si è trattato di scegliere la scuola superiore. Ho frequentato quello che allora era definito liceo artistico sperimentale di Giussano. Primi due anni propedeutici, poi ho scelto la strada del design. Messo in tasca il diploma, è stato naturale proseguire il percorso al Politecnico di Milano. Lì ho avuto modo di approfondire ulteriormente la materia fino ad arrivare alla laurea specialistica in ingegnerizzazione del prodotto industriale". La fantasia l’aveva già allora, tanto da portare una tesi, poi finita all’Ufficio Brevetti del Politecnico, sul tessuto riscaldante con concetto di origami. Alle idee brillanti, tuttavia, ha sempre accompagnato la voglia di fare: ed ecco dunque che durante la sua formazione ha avuto la possibilità di fare tirocini importanti in realtà che hanno fatto la storia del design, quali Artemide e Cassina. "Tredici anni fa – racconta Macrì – sono finita alla Chicco come designer di prodotto. Da due anni sono responsabile della collezione tessile, ruolo che trovo molto gratificante perché si tratta di studiare con anni di anticipo quelli che sono i trend da proporre. Ed è molto interessante, non solo perché va a integrarsi con il mio percorso scolastico, ma anche perché permette di studiare i materiali, la scelta del colore, approfondire la loro ecosostenibilità. Oggi il design è cambiato rispetto a una volta, perché è cambiata la società e sono mutate le esigenze: il prodotto non dev’essere più soltanto bello, ci vuole anche tanta concretezza e rispetto per l’ambiente". Così ha chiesto anche chi organizza il Compasso d’Oro.

"Il tema della sostenibilità è inteso non solo come materiale – racconta la brianzola – ma anche come concezione del prodotto. Deve rendere più sostenibile la vita. Ed ecco che abbiamo dato vita a un passeggino in alluminio, plastica, poliestere riciclato al 60%. Si chiude da solo premendo un pulsante sull’impugnatura e semplificando la vita ai genitori. In più ha lavorazioni 3D a effetto borchiato dei tessuti, telaio dorato, ruote in policarbonato trasparente, capote con protezione solare UV50 e trattamento antipioggia". Padronanza dei materiali e del mestiere, Macrì come i grandi del design ha aggiunto anche l’idea geniale. E poi ha lavorato col cuore di mamma. Quando è arrivata la mail per la finale al Compasso d’Oro "ero al settimo cielo, ma senza illusioni: già questo è il coronamento di un sogno. E poi sono felice nella quotidianità. Mi piace il mio lavoro, è ciò che volevo fare nella vita, mi dà stimoli e mi permette di essere sempre aggiornata su tutte le novità".