Il Parco Reale torna all’Ottocento L’università riscrive 50 ettari di storia

Statale e Consorzio hanno ottenuto 2 milioni per il recupero dell’area tra via Lecco, viale Cavriga e il Lambro

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di Martino Agostoni

Il recupero dell’originario ambiente del Parco così come l’aveva disegnato a inizio ‘800 l’architetto reale Luigi Canonica, con la ricostituzione di due caratteristici rondò, quello del Cedro e quello dell’Ippocastano assieme alle raggiere di viali alberati che li circondavano. Con la messa a dimora di 236 alberi viene ripristinato il lungo filare che per chi entra nel parco dal cancello di via Lecco dà l’effetto di un cannocchiale prospettico sulla facciata posteriore della Villa Reale, e poi il restauro della cascina Pariana, meglio conosciuta come l’Isolina, costruita a metà del XIX secolo come fienile e postazione per l’allevamento della selvaggina. Quindi la piantumazione di 621 alberi di 26 specie diverse, altri 444 arbusti di 10 specie, 125 metri di siepi, l’inserimento di 20 macchie di vegetazione arbustiva per favorire il ripopolamento di uccelli e insetti impollinatori, e gli interventi di sistemazione di viali e percorsi con pavimentazioni drenanti, l’inserimento di un impianto di irrigazione, la riqualificazione di 3 aree di sosta e anche la creazione di un’app per smartphone con informazioni per i visitatori sulla storia del Parco, il suo ambiente e i servizi che le aree verdi svolgono in ambito urbano.

È il progetto “Storia, ricerca e persone“ per il restauro dei 50 ettari a sud-est del Parco, l’area tra le mura di via Lecco, viale Cavriga e il corso del Lambro, un’iniziativa dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco che ottenuto 2 milioni di euro dai fondi Pnrr destinati a proposte di valorizzazione di parchi storici. L’università milanese è capofila del progetto a Monza e inoltre stanzia ulteriori 200mila euro, perché fin dal 1921 è titolare della concessione demaniale di quella porzione del Parco, una convenzione che ora è in fase di rinnovo con il Consorzio e che ha permesso l’anno scorso di partecipare al bando Pnrr.

Il suo progetto di restauro storico, ambientale e naturalistico dei 50 ettari di Parco che coinvolge competenze multidisciplinari in ambito agronomico, forestale, paesaggistico e culturale ha avuto avvio lo scorso giugno, ma è in queste settimane che entra nel pieno dell’attività con l’apertura del cantiere per il restauro di cascina Isolina previsto entro questo mese in accordo con la Soprintendenza. Le attività previste proseguiranno a marzo con l’avvio della fase partecipativa del progetto, quando verranno coinvolte le associazioni che operano all’interno del Parco per individuare i gruppi di frequentatori abituali, capire come viene percepita l’area e quali siano le aspettative per creare un percorso di progettazione partecipata degli spazi. In autunno ci sarà l’apertura del cantiere per il restauro paesaggistico e naturalistico dei 50 ettari con la previsione di concludere i lavori entro la fine del 2023.

"Il progetto di restauro – ha affermato Marco Boffi professore di Psicologia sociale e ambientale del dipartimento di Beni culturali e ambientali della Statale – è stato sviluppato per ospitare eventi di divulgazione e di didattica, conferenze e momenti di socialità". Mentre Natalia Fumagalli, docente del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali spiega che, per effetto della conoscenza sul cambiamento climatico, "dieci anni fa, progettare un’area verde urbana significava costruire un parco o una strada alberata, ora il concetto di verde urbano include un’ampia varietà di funzioni per le persone e l’intero ecosistema".