C.B.
Cronaca

Diego Di Franco, il papà casalingo, arriva a Monza: “Non chiamatemi mammo”

Il content creator accudisce i figli Enrico ed Eva mentre la moglie va a lavorare. “Lancio un appello per il cambiamento di mentalità sulla divisione dei ruoli di genere nella coppia”

Diego Di Franco con la moglie Raffalla e i figli

Diego Di Franco con la moglie Raffalla e i figli

Monza – “Non chiamatemi mammo”. È ormai diventato un mantra quello di Diego Di Franco, papà napoletano verace, brianzolo di adozione, di professione content creator, ma papà casalingo a tempo pieno. Sì, perché Diego accudisce i figli Enrico ed Eva, si occupa delle faccende domestiche, mentre la moglie Raffaella, ingegnere edile, va in cantiere. Appassionato di teatro e recitazione, ha lavorato per dieci anni come animatore in villaggi turistici in Italia e all’estero, per poi proseguire dal 2011 nel settore eventi, per una grande azienda di Milano, diventando social media manager e content creator.

Dopo il successo della pagina Facebook “Il Meraviglioso Mondo dei Papà", nel 2015 ha aperto il suo blog e poi è approdato su Instagram e TikTok. Oggi condivide la sua vita da stay-at-home dad, facendo riflettere su temi importanti (tra cui la parità di genere) con ironia. La sua esperienza è diventata un libro, “Il meraviglioso mondo dei papà”, edizione Giunti, in cui fornisce uno stimolo per il cambiamento di mentalità, rispetto alla divisione dei ruoli nella coppia.

Oggi alle 15.30 sarà ospite dell’Università popolare monzese presieduta da Valeriana Maspero, per raccontare la sua storia, nella Sala della luna, in vicolo Ambrogiolo 6. Diego racconta le corse per portare i bimbi a scuola in tempo, le litigate con Eva, a cui non piacciono mai i vestiti che seleziona per lei e poi tutte le volte che, a fine giornata, messi a letto i pargoli, appena cerca di un po’ di relax, di nuovo i monelli lo richiamano all’ordine.

"Insomma – dice – sono circa 9 anni che non dormo regolarmente". Eppure Diego si espone sui social, per raccontare quanto i papà moderni abbiano voglia di vivere a pieno i propri figli e il diritto di essere chiamati "papà". "Quando si parla di coppia – dice – il verbo aiutare dovrebbe essere abolito. Perché se si dice che un uomo aiuta la propria donna in casa o con la prole, si sta dando per scontato che determinate faccende siano prerogativa femminile. Altrettanto offensivo è chiamare un uomo che si occupa dei propri figli mammo, per lo stesso motivo. È un termine che ho sempre visto come sfottò per denigrare i papà". Diego lancia un appello alle donne: "Se siete stanche, parlatene con i vostri mariti. Un matrimonio dovrebbe basarsi su tanti fattori: amore, fiducia, rispetto, ma anche collaborazione e non solo economica".