Il pagellone dei migliori. Quanto manca il “pres“. Addio all’uomo DiGre

Sorprese, delusioni e conferme, mister Palladino tiene dritta la barra. La rovesciata capolavoro di Dany Mota, la grinta di Izzo e il mistero Papu Gomez.

Il pagellone dei migliori. Quanto manca il “pres“. Addio all’uomo DiGre

Il pagellone dei migliori. Quanto manca il “pres“. Addio all’uomo DiGre

Di Gregorio: il migliore di tutti, da solo vale una quindicina di punti, per difetto. Ahinoi, solo al pensiero di cosa avverrà il prossimo anno senza l’Uomo DiGre, che comprensibilmente veleggia verso altri lidi, fra tremare le vene e i polsi. Unica consolazione, alla Juve scommettiamo che troverà la Nazionale. Voto: 10.

Izzo: ancora una volta, tomo tomo cacchio cacchio, dà la prima vera svolta a una stagione interlocutoria sistemando la difesa. Primo non prenderle e lui non le prende, anzi di solito le dà: come diceva il vecchio Clint, "quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, l’uomo con la pistola è morto". Beh, lui è il fucile. Voto: 7,5

Pessina: non è la sua stagione migliore, la Nazionale pare ormai un ricordo, ma intanto il capitano fa 100 presenze in biancorosso. Da quando era un bimbetto alla Serie A. Scusate se è poco. Voto: 7

Bondo: look da musicista hip hop, è la sorpresa più riuscita della stagione. In un centrocampo asfittico piuttostosìanzichenò ci sta come il cacio sui maccheroni. Rivelazione. Voto: 8

Colpani: piedini fini, bello e boccoluto (Berlusconi era un’esteta), fiorisce un po’ a intermittenza. Alla fine però è il goleador (8 gol). Voto: 7,5

Dany Mota: con quella faccia un po’ così, il sorriso da guascone, è spesso il migliore e con lui in fiducia si vede il Monza migliore. Il gol in rovesciata al Genoa da figurina Panini resterà nella storia. Voto: 8

Djuric: che al Monza mancasse un centravanti era risaputo. Il bosniaco non è un vero bomber altrimenti a 34 anni non sarebbe dov’è, ma con lui il Monza esce finalmente dalle sabbie mobili. Prezioso. Voto: 7+

Papu Gomez: un mistero. Gioca due scampoli di partita, poi qualcuno in Spagna si ricorda che il sangue del campione del Mondo non era proprio immacolato (maledetto sciroppo!) e appena lo vede rimettere piede su un campo da calcio (e non da padel) lo squalifica. Al Monza nessuno sembra lo immaginasse, forse nemmeno il Papu. Voto: s.v.

Palladino: si ritrova con una squadra decisamente indebolita. Arranca un po’, è costretto a promuovere titolare gente che prima vedeva a malapena la panchina. Con qualcuno gli va bene, con qualcuno decisamente meno (povero Maric...). Però tiene la barra dritta e porta a casa la salvezza. Con un paio di mesi di anticipo. Poi smette di giocare, motivare, sperimentare (qualche giovane in più, please). E si innervosisce se glielo si fa notare. Il guaglione in scarpette bianche ha un caratterino… Si dice in partenza da mesi. Vedremo. Voto: dal 6 all’8

Galliani: il vero leader è sempre lui, un po’ Richelieu, un po’ Condor, fa le nozze anche coi fichi secchi e si fa pure eleggere senatore. Voto: 9

Silvio Berlusconi: senza di lui, si rischia il precipizio e il suo valore si vede tutto nel peso della sua assenza. Riesce a far discutere anche da morto (stadio intitolato a lui o no?). Per ora il Monza sta a galla, poi chissà. Voto: 10 di stima.

I figli di Berlusconi: Piersilvio illude tutti palesandosi commosso al torneo intitolato a papà, poi si volatilizza come i fratelli. Gli eredi restano nell’ombra, anche se almeno non hanno svenduto al primo che passava. Il fondo Orienta Capital sembra già silurato, Marinakis forse ha altro a cui pensare, arabi, bibitari o altri chissà… Staremo a vedere. Voto: boh.

Da.Cr.