
Nella sede di via Cimabue la cooperativa sociale monzese offre servizi socio-educativi e lavoro stabile e professionalizzante a persone con disabilità
La festa dei lavoratori è il momento ideale per celebrare il valore del lavoro come strumento di dignità, autonomia, partecipazione alla vita sociale e crescita di sé, anche per le persone con disabilità. Lo ha ricordato in occasione del Primo Maggio Enrico Novara, presidente della cooperativa sociale monzese L’Iride, che nella sede di via Cimabue offre servizi socio educativi e lavoro stabile e professionalizzante a persone con disabilità. "Non si tratta di assistenza, ma di integrazione produttiva in un contesto che unisce competitività e inclusione – spiega il presidente –. In dialogo con le aziende partner clienti si fa l’analisi delle lavorazioni in ingresso e delle specificità tecniche, scomponendo il ciclo produttivo e riorganizzandolo secondo le peculiarità e il potenziale tecnico dei nostri lavoratori disabili".
L’Iride opera nel settore degli assemblaggi elettromeccanici e lavorazioni meccaniche ed offre servizi di montaggio e cablaggio di quadristica e collettori rotanti, taglio di materiali, tornitura e fresatura CNC, assemblaggio meccanico di componentistica speciale, oltre a lavorazioni varie come la preparazione di cavetteria elettrica. "Al momento ospitiamo 15 tirocinanti (con tirocini curricolari, extra curricolari e di inclusione sociale) inviati da enti territoriali e formativi – aggiunge il presidente – Abbiamo giovani con fragilità e persone normodotate che stanno sulle linee produttive accanto a operatori disabili. L’Iride è un bacino di conoscenze specifiche sulla meccanica e l’elettromeccanica in particolare. In più abbiamo avviato un progetto di implementazione logistica".
I tirocini extracurriculari durano dai 6 ai 12 mesi. "Diversi istituti di formazione professionale del territorio inviano i loro ragazzi in Pcto per un’esperienza umana e formativa potente" spiega la direttrice, Claudia Valtorta. Oggi la cooperativa impiega in produzione 18 persone con fragilità, affiancate da 3 tutor di linea, un responsabile della logistica e conta su una rete di 15 aziende clienti.
"Per competere nel mercato del lavoro di oggi sono necessari strumenti digitali, ai quali abbiamo potuto accedere grazie al Bando Evoluzioni per la transizione digitale del terzo settore di Fondazione Cariplo – dettaglia il direttore di produzione, Paolo Confalonieri –. Si può davvero coniugare efficienza produttiva, competitività economica e impatto sociale, generando valore per chi lavora e per il territorio".