Il lungo abbraccio di Emma "Il maresciallo è il mio eroe"

Il salvataggio dopo cinque anni in Siria dove era stata nascosta dal padre. La mamma: adesso il cerchio è chiuso, abbiamo ricominciato a vivere.

Il lungo abbraccio di Emma  "Il maresciallo è il mio eroe"

Il lungo abbraccio di Emma "Il maresciallo è il mio eroe"

di Barbara Calderola

La bimba in braccio alla mamma prima del rapimento è diventata un’adolescente. Oggi Emma Houda ha 13 anni, ne aveva solo 2 quando suo padre la nascose in Siria, lontano da mamma Alice che non ha mai smesso di battersi per riavere la sua piccola. E dopo 5 lunghi anni di distacco la tenacia del maresciallo dei carabinieri Marco Bennati a capo della stazione di Trezzo, oggi come allora, ha fatto la differenza per scrivere il lieto fine di una vicenda dai risvolti fino a quel momento tragici. Fu lui a trovare il prozio della piccina che fece da ponte con l’ex marito e la suocera "per il bene della bambina". A distanza di sei anni Bennati ed Emma si sono riabbracciati. Per entrambi "un momento indimenticabile", per lui "il risvolto umano è l’aspetto migliore del servizio". Un incontro sotto gli occhi della madre e delle due sorelline nate dopo il dramma vissuto da Alice Rossini, che quando tutto cominciò abitava a Cornate. Poi la famiglia si trasferì a Velasca e oggi vive a Camparada. "Adesso possiamo dire che il cerchio è chiuso", dice lei commossa fino alle lacrime davanti "al nostro eroe". Fu lui a riportare la piccola a Malpensa il 10 marzo 2017, dove ci fu il primo abbraccio con la mamma dopo un’eternità. "Servì il Dna di rito per il riconoscimento ufficiale", ricorda il luogotenente, ma chi c’era all’aeroporto quel giorno vide di cosa è capace la legge dell’amore. Bastò poco a Emma per riconoscere la madre anche se adesso aveva 7 anni e parlava solo arabo. Da lì in poi il tempo è servito a ricostruire una quotidianità interrotta una mattina del 2011 quando suo padre, Mohamed Kharat, l’aveva presa con sé ed era partito per Aleppo, città simbolo del martirio di un popolo inerme sotto le bombe. Per Alice una tortura senza fine con appelli a “Chi l’ha visto?” e una mobilitazione senza precedenti per riportare a casa la piccola. "Il caserma mi dissero: ‘Emma è diventata figlia di tutti, non sappiamo quanto ci vorrà, ma la ritroveremo’ - ricorda oggi - Quante volte la soluzione sembrava dietro l’angolo e poi invece era l’ennesimo buco nell’acqua. È stato terribile. Bennati non ha mai smesso di crederci e ha mantenuto la promessa". Emma sa tutto e guarda avanti, felice. "Da grande? Farò il detective - dice sicura - ma non c’entra quel che mi è successo. Voglio aiutare le persone".