Il liscio, l’ironia e l’epica della mala milanese

La brianzola Banda Putiferio e il nuovo album “777“ come la targa dell’Aprilia nera usata dalla “ligera“ degli anni Quaranta

Il liscio, l’ironia e l’epica della mala milanese

Il liscio, l’ironia e l’epica della mala milanese

di Fabio Luongo

Valzer e rock, combat folk e liscio ambrosiano, storie di mala milanese e ironia, atmosfere di balera e di un tempo che fu, ma anche un occhio attento all’oggi, in una continua contaminazione di presente e passato. È la miscela che ha dato vita al nuovo disco della Banda Putiferio, gruppo brianzolo partito dal folk-rock e che da tempo guarda alla tradizione del teatro canzone. L’album è uscito per l’etichetta indipendente toscana RadiciMusic Records sotto il titolo “777“, come la targa utilizzata a suo tempo dalla Banda dell’Aprilia nera, gruppo criminale della “ligera“ degli anni Quaranta a Milano capitanato da Sandro Bezzi ed Ezio Barbieri. Perché le atmosfere noir sono un pezzo importante di questo lavoro, fatto anche di irriverenza, che vede Daniele Manini alla voce e Roberto Barbini alla fisarmonica, Sonia Cenceschi chitarra e sax e Sam Torpedo a percussioni e basso, assieme a Massimo Braga al contrabbasso, Alessandro Stufano alla chitarra, Andrea Cattaneo alla batteria e Rossano Brazzi a batteria e basso.

Manini, come è nato il disco?

"Tutto è partito da una serata al Museo del Fumetto dopo l’uscita del nostro precedente libro-cd “Liscio assassino“. E infatti ci sono collegamenti con quel lavoro, nelle sonorità di valzer e mazurke. Poi a nutrire l’idea è stato un articolo dello scrittore Andrea Carlo Cappi che parlava della banda dell’Aprilia nera: mi sono infatuato di quella storia, ne ho parlato con Antonio Serra (fumettista creatore per la Bonelli del personaggio di Nathan Never e autore di sceneggiature per Dylan Dog, ndr) e da lì è partito il progetto di realizzare una graphic novel e un disco collegati a questo spunto".

Una sorta di opera in continuum: ora è uscito l’album e a breve toccherà alla graphic novel...

"Il disco è stato pubblicato anche in vinile, con una copertina disegnata dal grande fumettista Luca Enoch che richiama proprio l’Aprilia nera. In occasione del Salone del Libro di Torino uscirà la graphic novel “La Ballata del Barbieri“ di Serra e Gero Grassi, che avrà all’interno richiami al nostro lavoro: in alcune scene ci siamo proprio noi e in una ci sono frasi di una nostra canzone. Questa cosa mi piace molto".

L’album ha una struttura particolare.

"È diviso in due facciate. Nella prima ci sono le canzoni del passato, come “L’Armando“ di Jannacci e “El me Ligera“ di Dario Fo e Carpi. Nella seconda c’è l’oggi, canzoni nostre che parlano della realtà di adesso. È un disco un po’ milanese, ma con dentro le nostre cose: non volevamo fare una cosa vintage, ma ci sono pezzi del passato che hanno ancora grande energia".

E musicalmente?

"È la summa del nostro percorso di questi anni: folk, rock, combat folk, valzer, la mazurca e il liscio ambrosiano".

Da dove arriva questa fascinazione per le storie di mala?

"È la nostra cultura folklorica, liscio e criminalità degli anni ‘50 e ‘60: la ligera milanese ha una sua epica e richiama il mondo del noir, quel noir milanese che partendo da Scerbanenco in poi ha un suo fascino".