Il gusto della vita Con Slafood il progetto che riunisce trenta chef

Davide Rafanelli, malato e imprenditore del cibo, ha coinvolto anche Cracco: obiettivo studiare piatti prelibati adatti anche a chi fatica a deglutire.

Il gusto della vita  Con Slafood il progetto  che riunisce trenta chef

Il gusto della vita Con Slafood il progetto che riunisce trenta chef

di Fabio Luongo

Una trentina di grandi chef, tra cui Carlo Cracco, Roberto Valbuzzi, Elio Sironi e Felix Lo Basso, assieme ai nutrizionisti di un centro clinico specializzato, per aiutare le persone affette da Sla. Ricette e piatti appaganti con le consistenze adatte perché possano essere consumati anche da chi ha problemi a deglutire a causa della sclerosi laterale amiotrofica. È il progettolanciato dall’associazione Slafood, il cui motore è il vedanese Davide Rafanelli, 53enne imprenditore che da quasi due anni convive con la Sla. "La diagnosi è stato come uno tsunami - racconta -. Però sono sempre stato una persona positiva, che ama la vita: ho capito che il mio era un cammino e ho deciso di viverlo al meglio, cercando di rendermi utile, per far comprendere meglio questa malattia e sostenere la ricerca. Nonostante i notevoli passi avanti mancano fondi e una cura è distante. Si può intervenire sui sintomi, per dare una maggiore qualità della vita ai malati. Nell’immaginario collettivo il malato di Sla viene visto solo nella parte finale, allettato con la tracheotomia, mentre c’è tutto un prima e abbiamo il diritto di poterlo vivere nel modo migliore possibile". Da qui l’impegno che ha dato origine a Slafood. "Con i Centri Clinici NeMo abbiamo iniziato a ragionare sul problema dell’alimentazione - spiega il presidente -. Forme di sclerosi come la mia colpiscono la parola e la deglutizione: viene meno la possibilità di alimentarsi correttamente e quindi di avere una vita di convivialità e di qualità, si rischiano costantemente il soffocamento e l’isolamento.

Obiettivo lavorare sulla possibilità di avere piatti con la consistenza adatta a chi ha problemi di Sla, ma che non siano delle poltiglie". "Non si può perdere peso, porterebbe a un’accelerazione vertiginosa della malattia - chiarisce Rafanelli -: l’incapacità di alimentarsi accelera il decorso della sclerosi, perciò ecco l’attenzione all’alimentazione e l’esigenza di creare corsi per le persone che si prendono cura dei malati di Sla. Io posso ancora cucinare, per me e per mia figlia. Un modo per mantenere il gusto della vita". Rafanelli ha cominciato a lavorare su questo progetto un anno fa, assieme al noto chef Roberto Valbuzzi e a Roberto Carcangiu, presidente di Apci Chef, l’Associazione professionale cuochi italiani.

"Lungo il cammino si sono aggiunti vari compagni di viaggio. Cominceremo a creare eventi che coinvolgeranno gli chef e i nutrizionisti del centro clinico NeMo. Slafood è stata creata insieme ai miei più cari amici, a mia moglie, perché vada avanti quando non ci sarò più".