Il Gruppo Meregalli apre la strada verso i vini cinesi

Il titolare: "Dopo il successo dei prodotti cileni, siamo convinti che i tempi siano maturi per compiere lo stesso passo"

Migration

di Gualfrido Galimberti

Attraverso il vino ha fatto scoprire il mondo ai brianzoli e poi a tutta l’Italia. Il Gruppo Meregalli ora apre la strada verso la Cina: a partire da questi giorni, infatti, ha iniziato a distribuire in tutta la penisola i vini prodotti dallo Chateau Changyu Moser XV. "Trent’anni fa – afferma Marcello Meregalli, titolare dell’azienda leader in Italia per la distribuzione di vini e liquori – abbiamo ritenuto giusto aprire le porte del nostro Paese ai vini cileni. Allora avevamo visto giusto: si tratta di prodotti che hanno riscosso ampi consensi in termini di critica e di consumo. Ecco, siamo convinti che i tempi siano maturi per compiere lo stesso passo con la Cina. Non è un salto nel buio, il prodotto è davvero di qualità". Il termine "qualità" è stato ripetuto più volte durante la presentazione avvenuta in sede, alla presenza di Laurenz Moser, l’enologo che sta producendo questo vino con Changyu che, in Cina, è un vero e proprio colosso nel mondo del vino. Un dato su tutti: lui si occupa della parte più piccola in termini di estensione dei vigneti, 250 ettari che qui in Italia farebbero rabbrividire tutta la concorrenza, ma al quale è stato affidato il compito di affidare il vino top del Gruppo. L’enologo austriaco non solo ha centrato l’obiettivo, ma è andato addirittura oltre riuscendo a stupire prima tutti i cinesi e poi il mondo del vino. "In Cina – ha spiegato Moser – c’è quasi esclusivamente Cabernet Sauvignon. Io ho ottenuto la possibilità di vinificarlo anche in bianco, fatto decisamente unico, oltre a dare vita a dei rossi davvero importanti".

In occasione della presentazione il Gruppo Meregalli e l’enologo hanno servito nei calici anche i migliori vini rossi italiani. Tre calici del nostro vino nazionale e un quarto cinese, il "Purple Air" su cui il Gruppo Changyu crede molto: dal confronto il vino che arriva dall’oriente non è uscito sconfitto. "Non chiedetemi in cosa supera gli altri e in cosa manca di qualcosa – ha commentato l’enologo – perché la mia intenzione, quando ho iniziato questo progetto cinque anni fa, era quella di non scimmiottare nessuno. Il vino prodotto a Yinchuan, nella regione di Ningxia situata nella Cina nordoccidentale, avrà una sua propria identità". Il prodotto va ad arricchire la già notevole offerta del Gruppo Meregalli, capace di distribuire vini di oltre 300 cantine per un totale di 2mila etichette, 300 agenti sul territorio nazionale, 12mila clienti attivi, con un fatturato che nel 2019 ha raggiunto i 58 milioni di euro.