REDAZIONE MONZA BRIANZA

Il Giardino dei ciliegi fiorisce al Manzoni. La complessità umana nel Cechov di Lidi

A Monza lo spettacolo presentato in prima assoluta al Festival dei DueMondi

A Monza lo spettacolo presentato in prima assoluta al Festival dei DueMondi

A Monza lo spettacolo presentato in prima assoluta al Festival dei DueMondi

Il Giardino dei ciliegi di Anton Cechov riprende vita al teatro Manzoni da venerdì a domenica (venerdì e sabato alle 21 domenica alle 16), per la regia di Leonardo Lidi, produzione Teatro Stabile dell’Umbria, in coproduzione con Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale, Spoleto Festival dei Due Mondi. Lo spettacolo – presentato in prima assoluta al Festival dei DueMondi – segna l’ultima tappa della trilogia dedicata a Cechov che coincide con l’ultima enigmatica opera dello scrittore e drammaturgo russo. Un testo più concettuale e filosofico rispetto ai precedenti, che continua a sballottare lo spettatore da un personaggio all’altro. Lidi conduce lo spettatore in un giardino/teatro che ora vive solo nel ricordo dei suoi interpreti. Un giardino inutile come il teatro pubblico, in cui gli attori sono abbandonati nel dover auto affermare il valore del proprio lavoro, dopo una vita spesa per il teatro.

"Per chi conosce il testo - spiega il regista - se inizialmente ci sembra normale parteggiare per il monologo di Trofimov e il suo concetto di essere consapevolmente un eterno studente, colui che comprende che per avanzare nella vita non bisogna mai smettere di far lavorare la propria mente, non posso non saltare sulla sedia ogni volta che leggo che l’unico ad andare a teatro in questo copione è Lopachin. Lopachin si sveglia alle cinque del mattino, figlio di contadini che hanno fatto i soldi e pensano a come farne sempre di più, è l’unico ad andare a teatro, a differenza di tutti gli intellettuali presenti in quella casa. Non possiamo accomodarci sulla lettura spiccia dei buoni e dei cattivi, ma per raccontare la complessità umana divertendoci dobbiamo ricercare i paradossi della gente. Ed ecco che le donne Ljubov’, Dunja, Varja e Anja, che hanno creduto nell’amore, si ritrovano sistematicamente sconfitte e deluse dai loro uomini troppo distratti; mentre Charlotta, sola da sempre, simula un infanticidio per divertimento, sbarazzandosi di un fantoccio bambino e della retorica del ruolo teatrale della donna/mamma". “Il giardino dei ciliegi“ si libera dei personaggi femminili semplificati e non si può incasellare, ma necessita di una fede radicale nell’atto creativo. Biglietto intero da 17 a 30 euro, anche sul sito www.teatromanzonimonza.it.

Cristina Bertolini